Musk e i progressisti nemici del progresso: se Elon diventa il pericolo pubblico numero uno
Quindi il problema, o meglio ancora, il pericolo pubblico, è Elon Musk. Il dibattito politico italiano non si è evidentemente ripreso dai fumi dell’alcool di Capodanno e all’opposizione devono proprio aver finito gli argomenti se ci si dedica a tutto ciò, anziché dare una mano nel fare come si deve la rendicontazione delle spese della campagna elettorale in Sardegna.
Ma torniamo a Musk, perché proprio di lui dobbiamo parlare. Qui c’è un signore che è l’unico in tutto l’Occidente che crea dal nulla un’azienda automobilistica che fa solo mezzi elettrici efa così concorrenza ai cinesi, mentre gli altri, compresi gli eredi (inguardabili nelle vicende successorie) di casa Agnelli, vanno avanti con dividendi per gli azionisti, cassa integrazione e stabilimenti chiusi per gli operai.
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E c’è un signore, sempre lo stesso, che fonda una compagnia in grado di progettare lo sbarco su Marte (prime missioni con equipaggio tra il 2030 e il 2040) e già oggi partner essenziale per le attività della NASA, al punto che l’agenzia spaziale americana le affida (durante l’amministrazione Biden) missioni delicatissime, come il trasporto di persone e materiali verso ISS, la stazione spaziale orbitante.
E c’è un signore, sempre lo stesso, che crea una diramazione della compagnia per le attività nello spazio per fornire servizi più efficienti (a bassa latenza) nelle comunicazioni civili e militari, al punto che nel 2023 sigla un contratto (con amministrazione Biden, valore fino a 900 milioni di dollari) con le forze armate americane (U.S. Space Force, per essere precisi).
Quindi i nostri eroi, progressisti ma nemici giurati del progresso, ci dicono che con uno così non ci si deve parlare, non si deve studiare se esiste accordo utile anche per l’Italia (e magari l’Europa)?
Vediamo di non sprofondare nel ridicolo: sono cinquant’anni che l’intera Europa si appoggia agli americani per tutto ciò che è strategico nelle comunicazioni militari: senza gli Usa la Nato chiude anche la sede di Bruxelles domani mattina.
Allora invece di criticare Musk faremmo bene a lavorare per farne nascere qualcuno anche in Europa, dove invece siamo indietro di alcuni anni rispetto a Space X e Starlink.
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Infine la politica. Musk preme in modo furioso per accordi tra le destre e le forze moderate. Vedremo come andrà in Germania tra un mese. Comunque in Austria il Presidente della Repubblica, dopo mesi di trattative inconcludenti tra gli altri, convoca il leader della destra (29 % alle ultime elezioni) per provare a fare un governo. Si chiama Alexander Van der Bellen quel Presidente: è dei Verdi. Chiaro?