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Verdone demolisce il politicamente corretto: “Moda dei soliti salotti. 8 miei film sarebbero eliminati”

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Carlo Verdone è stanco del politicamente corretto. In un’intervista a La Verità il noto attore romano parte dalla querelle su Tony Effe e il concerto di Capodanno per dichiarare la sua contrarietà alla voglia di cancellare tutto: “Non ho seguito tutte le polemiche però sì, l’avrei fatto cantare. Sanremo? Vasco Rossi quando ci andò la prima volta aveva scritto Portatemi Dio, una canzone che diceva ‘Metteteci Dio sul banco degli imputati’. Poi si è rivelato una persona generosa…”. “Questo politicamente corretto ci sta facendo andare fuori di testa?”, chiede il giornalista e Verdone risponde netto: “Su alcune cose si può capire, ma è sbagliato non contestualizzare le situazioni. Via col vento dovrebbe essere bruciato perché la mami è nera? Suvvia. Il Sorpasso è maschilista, ma è un capolavoro. Con i criteri di oggi, quanti film di Alberto Sordi, Ugo Tognazzi o Vittorio Gassman dovrebbero andare al rogo? E i miei? In Acqua e sapone vado a letto con una ragazzina che non ha ancora 18 anni, ma è una fiaba. Sette otto miei film dovrebbero essere eliminati. È una moda fastidiosa, diffusa sempre dai soliti salotti intellettuali, il popolo non si pone questi problemi”.

 

 

Altra tematica riguarda il presepe, che irriterebbe qualcuno: “Non capisco molto questi problemi. Se andassi in un Paese islamico non contesterei le loro tradizioni. È un’ipocrisia intellettuale, una cautela dei salotti, non una cosa che parte dal proletariato”. “Il Giubileo per hotel, ristoranti, Uber e tassinari sicuramente una grazia. Da romano dico che Roma è ridotta a un posto di aperitivi, ristoranti giapponesi, thailandesi, vinerie. Un’immensa Capri. Dalla città degli imperatori e dei grandi monumenti siamo passati alla città culinaria, con i funghi a calore per riscaldare chi cena all’aperto”, la stoccata finale di Verdone alla Capitale.

 

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