Codice della strada, Vasco Rossi attacca Salvini. Al Bano: "Regole preventive"
Dalla politica alla musica. Il nuovo Codice della strada, che prevede pene e sanzioni più severe per infrazioni già previste come la guida in stato di ebbrezza e l’utilizzo del cellulare alla guida ma anche nuove limitazioni, ha attirato i commenti di due cantanti italiani. Dopo aver attaccato il governo, Vasco Rossi ha cambiato bersaglio e ha scelto un leader: Matteo Salvini. Il rocker ha criticato le nuove norme che hanno introdotto un'importante restrizione sull'uso delle sostanze stupefacenti: "Matteo Salvini ha fatto in modo per il vostro bene che, se avete fumato una canna anche una settimana prima e venite fermati, potete essere arrestati immediatamente e vi viene ritirata la patente per tre anni", ha scandito in un video che in poco tempo ha fatto il giro del web.
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Argomento, questo, su cui è stato interrogato anche Al Bano Carrisi, che è sembrato più favorevole a regole che possano aiutare i giovani a non commettere errori. "La macchina è un mezzo per portarti a casa, per portarti al ristorante, ma non certamente un mezzo per distruggere la propria esistenza. E questo, al 99%, dipende solo da chi guida", ha detto all’AGI per sottolineare l’importanza di sensibilizzare i ragazzi alla responsabilità alla guida. "Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole, grazie a Dio viviamo in un Paese democratico. Ma chi decide di infrangere le regole deve essere pronto a pagarne le conseguenze", ha continuato in merito alle parole pronunciate da Vasco Rossi.
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Pur riconoscendo la necessità di monitorare l’efficacia delle nuove norme, Al Bano si è detto favorevole al loro principio: "Chi ha stabilito queste regole lo ha fatto per la salute del sociale. Se ci sono errori, è giusto che vengano corretti. Vediamo che effetto farà questa severità per le strade e per la salute dei giovani. La rigidità non sempre paga, però speriamo bene. Si spera che queste restrizioni aiutino a cambiare mentalità e a evitare tanti incidenti", ha affermato il cantante per poi ribadire che la priorità è il bene delle nuove generazioni: "La maggior parte delle persone che muoiono negli incidenti stradali sono giovani. Vogliamo sensibilizzarli a capire che la macchina è un mezzo di trasporto sulla terra, non una bomba. Le regole non sono punitive, ma preventive", ha chiosato.