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Ilaria Salis, il padre prende a sberle il Pd: “Candidatura gestita male, non c'è allineamento”

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Una furia contro il Partito democratico. Roberto Salis, in un colloquio con Il Foglio, affronta a muso duro le ipotesi di una candidatura della figlia, Ilaria Salis, alle prossime elezioni Europee. Un discorso di cui si è parlato molto negli ultimi giorni, mentre la donna è ancora detenuta in Ungheria: “La candidatura di Ilaria bisognava gestirla meglio, senza dubbio. Prima di fare uscire un’informazione così serviva che tutti fossero allineati. Tutte le persone coinvolte nel Pd in questa scelta, come si fa nelle aziende. Invece così si è innescato un dibattito interno fra le correnti sulla pelle di Ilaria. Fintanto non c’è qualcosa sul tavolo di serio non ha senso parlare con lei. Non voglio andare a turbare una persona già scossa. Ma queste cose non si costruiscono così. Una volta Elly Schlein - racconta Salis - mi ha chiamato per sapere di mia figlia. Non mi ha parlato dell’idea della candidatura e non l’ho più risentita”. 

 

 

Al di là delle polemiche della politica l’ingegnere continua la sua lotta per far andare la figlia ai domiciliari: “Stiamo portando avanti la nostra battaglia, io continuo nella campagna mediatica. Viktor Orbán deve trovare una casa in Europa, poi ci sono le elezioni. E comunque una serie di situazioni in Ungheria da considerare, se Orbán dovesse cedere verrebbe attaccato dall’estrema destra. Che non è come Forza Nuova, ma ha il sei per cento di consensi. Io credo che il primo ministro ungherese debba continuare a mantenere questo pugno di ferro fino alle elezioni e poi - chiosa Salis - spero che lo allenti”.

 

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