Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

DiMartedì, “Israele non è una democrazia”. Di Battista fa imbufalire Luttwak: botte da orbi

  • a
  • a
  • a

Di Battista-Luttwak uno scontro che si ripete di martedì in martedì. Stavolta il nocciolo dell’altissima tensione tra i due è ciò che sta accadendo in Medioriente e il ruolo di Israele. È Giovanni Floris, nel suo talk show su La 7, a dare il via allo scontro dialettico tra i due. “Lei inizia il suo libro – dice rivolto all’ex deputato del Movimento 5 Stelle – criticando una frase che negli ultimi mesi si è sentita spesso: ‘Israele è una democrazia e ha tutto il diritto di difendersi’. Cosa c'è di sbagliato?”. “Per me una democrazia non pratica Apartheid, per me non viola i diritti umani, per me non viola sistematicamente le risoluzioni dell'Onu – sullo sfondo Luttwak rimane impassibile in attesa di poter rispondere –. Non massacra in 5 mesi 30.000 civili, tra i quali 14.000 bambini. Non oscura Al Jazeera e soprattutto, non compie crimini contro l'umanità dopo che alcuni giorni fa il consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha votato una risoluzione per il cessate il fuoco”. La disamina di Di Battista continua e Luttwak inizia a spazientirsi: “A Israele tutto è consentito, può contemporaneamente bombardare Gaza, colpire convogli umanitari, colpire il Libano, colpire la Siria e nessuno in Europa ha avanzato l'ipotesi di un pacchetto di sanzioni. Tutto questo è vergognoso”. 

 

 

Floris concede allora la risposta al politologo statunitense che attacca subito a testa bassa: “Chi usa la parola Apartheid, o non sa niente dell’Apartheid o non sa niente di Israele. Questa è la prima cosa, non usare queste parole slogan. Slogan – ribadisce Luttwak che poi continua la sua disamina –. Dal punto di vista pratico se si voleva un cessate il fuoco, il giorno dopo dell'attacco di Hamas qualcuno avrebbe dovuto mandare una possente forte internazionale, 20/30.000 soldati internazionali per proteggere Israele da Hamas”. Di Battista però non ci sta: “Apartheid è il nome di un rapporto pubblicato da Amnesty International – ricorda al suo interlocutore – è ipocrita il fatto che Amnesty International venga considerata una fonte autorevole quando parla giustamente delle detenzioni arbitrarie in Russia o Iran, mentre invece si dimentica Amnesty International quando pubblica un rapporto sull’apartheid in Israele a danno dei palestinesi”. 

 

 

Lo scrittore è implacabile e dopo aver suggerito a Luttwak di leggere il testo, dice di più: “L'obiettivo di Israele non è estirpare il terrorismo perché il terrorismo non si potrà mai estirpare trucidando 14.000 bambini – sullo sfondo Luttwak ascolta impietrito –, ci sono in questo momento bambini che sono cibo per vermi perché si trovano sotto le macerie e non possono neppure andare a recuperare i cadaveri perché cecchini israeliani sparano a qualsiasi cosa si stia muovendo”. Infine, un ultimo attacco a Stati Uniti ed Europa mentre Luttwak attende invano di poter rispondere: “In questo momento a Gaza sparano addirittura contro gli ostaggi israeliani, sparano contro i convogli umanitari – Di Battista è un fiume in piena –, hanno assassinato oltre 150 persone che attendevano un sacco di farina per andare a portare un po’ di pane a un figlio denutrito. Questa è la realtà, ma ripeto, i responsabili sono Stati Uniti e Unione europea”.

 

Dai blog