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Vaticano, il giallo di Karol Wojtyla: Papa morto e “risorto”

Andrea Manzo
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Da «Se sbaglio mi corrigerete» a «Santo subito». Karol Wojtyla fu eletto il 16 ottobre del 1978, viaggiò tantissimo, si rivolse soprattutto ai giovani, ebbe un ruolo importante sul disgelo della Guerra fredda, con relativo crollo del Muro di Berlino, sui tentativi di allargare la pace nel mondo. Una parentesi, i mattoni del muro furono di fatto abbattuti dal corrispondente italiano dell’Ansa, Riccardo Ehrman, scomparso nel 2021 a 92 anni. Era in Germania dal 1976, il suo cognome ebreo-polacco gli valse un periodo in un campo di concentramento. Decise allora di fare il giornalista. Durante una conferenza stampa di dirigenti della Ddr, giunse affannato, ma in tempo per fare la famosa domanda «Ab Wann?», cioè «da quando?» Lanciò il quesito non appena dal palco fu detto che i cittadini dell’Est potevano andare a trovare i parenti a Ovest. La risposta fu: da subito. Lui si precipitò a telefonare a Roma, dicendo il muro è caduto, passando quasi per un folle visionario. Qualcuno sostiene che la seconda telefonata giunse al Vaticano. Dove c’era la persona più amata al mondo. Giovanni Paolo II. La sua vita terrena, il suo Pontificato si sono interrotti sabato 2 aprile, alle 21.37, quando aveva 84 anni. Al di là delle religioni, delle razze il vero gigante della terra di fine secolo. Fu contestato in rarissime occasioni, come quando si espresse sulle unioni civili: «Non può costituire una vera famiglia il legame di due uomini e di due donne, e a tale unione non si può attribuire il diritto all’adozione di figli privi di famiglia. A questi si creerebbe un grave danno, con due padri o due madri». Era l’Angelus del 20 febbraio del 1994; parole dette subito dopo l’approvazione della risoluzione del Parlamento Europeo «parità di diritti per gli omosessuali nella comunità».

 

 

Ma il suo pontificato resterà nella storia soprattutto per l’immensa ondata di emozioni che si alzò nei giorni successivi al decesso. Tutto era cominciato molto tempo prima, ma con il secondo ricovero al Policlinico Gemelli il destino era apparso vicino a compiersi. Entrò nel Vaticano terzo, come era solito chiamarlo, al decimo piano, il primo febbraio del 2005, per una grave infiammazione della laringe con laringospasmo. Molte volte ne era rimasto vittima in pubblico, mostrando la sua fragilità, ma anche la straordinaria volontà di non arrendersi. Ovviamente facendo aumentare a dismisura l’affetto verso di lui, già amato in ogni angolo del globo. Scene in qualche maniera evocate da quanto accaduto nella domenica delle Palme. L’ultima volta che in Piazza San Pietro l’omelia relativa saltò era stata nel 2005, con Giovanni Paolo fermato dal suo male. I problemi respiratori di Papa Francesco sono cominciati nel marzo del 2023. Lui ha cambiato ritmi e abitudini, per affrontare al meglio l’età che avanza. Ora ha 87 anni. Nella stessa giornata si è ripreso pronunciando l’Angelus. Nei giorni successivi alla morte, secondo la Protezione Civile, oltre tre milioni di persone affollarono il Vaticano, riuscirono a entrare nella basilica fino all’8, data delle esequie. Molti di loro attesero anche 24 ore, in fila, con il cielo di Roma come degna cornice, assaporando la bellezza e la misticità dei luoghi, la loro architettura. Ma la sensazione più forte, per tutti, era la fratellanza che si respirava, l’unità e la compostezza degli sguardi. Il tuo vicino poteva appartenere ad una etnia diversa, magari essere stato anche un grande peccatore, addirittura un assassino. Non importava, era tuo fratello, spinto dal tuo stesso desiderio di raccogliersi e portare omaggio al Pontefice polacco. Incalcolabile la presenza dei media, il centro stampa di Via della Conciliazione 1, fu affiancato nel giro di poche ore, dal centro per le richieste e il ritiro dei pass, in piazza Pio XII numero 10. Ma anche dal centro servizi di via Paolo VI, 21, che fini per sopportare la maggior quantità di lavoro.

 

 

E dove l’accredito temporaneo numero 10, la “targa” di Gabriele Manzo, finì per essere di casa. Lì gli capitò di ricevere il bollettino della Santa Sede dell’annuncio della morte di Giovanni Paolo II, il primo con numero progressivo fermo al precedente (182) e scritto solo in italiano. Fu immediatamente fatto sparire, e sostituito con quello con il numero giusto, in italiano e in inglese. Un particolare curioso, che emerge per la prima volta grazie ai documenti tirati fuori da casa Manzo. Delle interminabili file restano racconti ed immagini indelebili, come l’arrivo in massa dei polacchi. Lo striscione «Santo subito», il vento che avvolse la bibbia deposta sulla bara, facendone sventolare le pagine. I volti più noti della Terra schierati dal lato della Cappella Sistina. Il primo giorno dell’apertura di San Pietro, con i resti di Giovanni Paolo II esposti, Guido Bertolaso, l’allora capo della Protezione Civile, alle 6 del mattino era all’altezza della Traspontina, nell’incrocio con piazza Pio XII. Guardava ogni transenna, ogni particolare di come Roma e il Vaticano si erano preparati all’impatto. Nei giorni successivi da tutto il mondo giunsero delegazioni accompagnate da agenti in borghese, facilmente riconoscibili, specie quelli canadesi, statunitensi e tedeschi. Si mescolavano a carabinieri, poliziotti, e finanzieri, molti in pensione, addetti soprattutto ai mezzi di trasporto, autobus e metro erano affidati a loro. Poi ancora più in là nel tempo ecco una delle scene madri. Una famiglia della periferia romana, che saputo delle difficoltà, delle attese, si era attrezzata con un tavolino di legno, quadrato, cinque o sei sedie, una pentola piena di maccheroni alla pajata, e con il necessario per scaldare il prezioso cibo. Una fila per Karol dalle caratteristiche inimitabili. Il Pontefice tornò alla «casa del padre» in buona compagnia. Parte di quelle atmosfere sono ricomparse per la Beatificazione e la Canonizzazione di Karol Jòsef Wojtyla. Il 27 aprile del 2014, con lui fu proclamato santo anche Giovanni XXIII. Scene che potranno rivedere presto. A Roma, in Vaticano ci si prepara per il Giubileo del 2025, la porta Santa di San Pietro si aprirà alle 16.30 del 24 dicembre.

 

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