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Magistratura, Feltri a valanga: “Test? Il vero problema è che non sono all'altezza”

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Vittorio Feltri dice la sua sui test psicoattitudinali per i magistrati. Il direttore editoriale de Il Giornale commenta così la scelta del centrodestra nell’articolo apparso sull’edizione del 28 marzo del quotidiano: “Il problema non risiede nella sanità mentale dei magistrati, bensì nelle loro capacità, che a me non sono mai parse all'altezza del delicatissimo compito che pure essi rivestono. Per carità, lo stesso si potrebbe obiettare riguardo a molte altre categorie (politici, prima di tutto), ma il punto è che nessuno come un magistrato ha il potere di decidere della vita delle persone. E non di rado le decisioni che essi prendono sono sciagurate”.

 

 

“Un magistrato capace - prosegue Feltri - non si fa sedurre dal fascino della notorietà, non passa notizie ai giornalisti, non cerca il consenso del popolo, non si compiace degli arresti in massa che poi sfociano quasi sempre in rilasci in massa, non senza avere prima distrutto le esistenze dei malcapitati, non rincorre la celebrità, non mira a divenire un personaggio, non punta ad essere considerato un eroe. Insomma, un magistrato capace, ossia un bravo magistrato, applica con imparzialità, razionalità e rigore, e senza distorcerla, la legge. Ma questi magistrati qui, quelli mossi dal solo amore per il diritto, per la Giustizia, non fanno carriera. Anzi, più sono bravi, più rifuggono dalle correnti, dissociandosi dall'obbligo di essere inquadrati in una determinata categoria ideologica e politica, più sono bravi, più vengono osteggiati dai loro stessi colleghi, magari per invidia”.

 

 

Poi l’amara conclusione: “Sì, un controllo ci vuole, è opportuno, è necessario. Tuttavia, temo che quello affidato agli psicologi si rivelerà un buco nell'acqua. In merito ai test psico-attitudinali per i politici, sono convinto che - la bordata finale di Feltri - le Camere, così come i consigli regionali e comunali, ne uscirebbero svuotate”.

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