L'aria che tira, l'ex 007 Mancini gela il filorusso: "Per fortuna è ancora vivo"
Dietro all'attentato di Mosca ci sarebbe l'ordine e la firma di Shahab al-Muhajir, ingegnere afghano a capo dell'Isis del Khorasan. A fare il nome è Marco Mancini, ex agente segreto già dirigente del Dis, nel corso della puntata di lunedì 25 marzo de L'aria che tira, su La7. Ospite del programma di David Parenzo ci sono anche Luigi Manconi e Amedeo Avondet. Quest'ultimo è il giovane propagandista filorusso che scrive sul blog Il corrispondente, balzato agli onori delle cronache quando ha ospitato per primo la notizia di un disertore russo ucciso perché "traditore". Il sito che millantava una partita Iva inesistente e un indirizzo falso, è stato subito additato come propagatore di propaganda putiniana.
Zero controlli e il giallo dei soldi. Le falle di Putin e dell'attentato
Ebbene, Avondet poco dopo l'attentato alla Crocus City Hall ha pubblicato un articolo sulla presunta responsabilità ucraina, ancor prima del governo russo, "Ho avuto informazioni dalla polizia di Mosca che era sulle tracce degli attentatori che infatti hanno poi fermato a Bryansk", ossia verso il confine ucraino e quello bielorusso. Manconi fa notare come tutto faccia pensare alla veridicità della rivendicazione dell'Isis-K, e sottolinea le analogie con un altro attentato di origine jihadista, quello del Bataclan a Parigi. "Mi pare una stro**ta" risponde il giovane filorusso che poi si scontra con Mancini. L'ex 007 che liberò Giuliana Sgrena invita a non prendere come oro colato le parole della polizia locale moscovita che equivale a difenderla nel "clamoroso fallimento nella prevenzione".
L'Ue della prossima volta ha stancato: inerme e divisa anche con la guerra in casa
"Lei parla in realtà come un agente dei servizi russi per difendere il fallimento dei servizi stessi", dice Mancini che poi fa notare un particolare. Avondet è in video-collegamento dalla zona antistante alla Crocus City Hall, mentre qualche settimana fa era intervenuto nella stessa trasmissione da un "luogo segreto" a Mosca, dicendosi braccato dagli ucraini che lo volevano morto. "Vedo che lei è uscito da quell'appartamento dov'era stato sequestrato l'altra volta, fortunatamente è ancora vivo e tra di noi..:". Il giovane ribatte che è grazie alla polizia di Mosca che può girare liberamente. "Così purtroppo Navalny non può dirlo", ribatte l'ex 007. Poco dopo si parla della velocità con cui il sito del giovane aveva lanciato sospetti su Kiev. Manconi è impietoso: "Ha il record mondiale di imbecillità".