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Russia, attacco nel Caucaso improbabile ma Fabbri avverte: "Mai escludere"

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"Scappavano verso i soldati russi": questa la ricostruzione offerta da Cecilia Sala a In altre parole sulla fuga degli attentatori di Mosca. In un rimpallo di accuse e di responsabilità tra il Cremlino e Kiev, poco di chiaro emerge sulle dinamiche dell'attacco e sui presunti avvertimenti delle forze di intelligence. Ospite in studio, Dario Fabbri ha confermato quanto detto dalla giornalista sul commando che ha aperto il fuoco al Crocus City Hall: "È vero", ha scandito. L'esperto di geopolitica ha riportato poi un paragone con un'altra pagina di storia: "Qualcuno diceva che questo attentato, specifico subito che non ne ho certezza, ricordi dei bombardamenti che negli anni Novanta che i servizi russi fecero da soli contro alcuni condomini a Mosca che poi giustificarono la seconda guerra di Cecenia". 

 

 

"Tuttavia, in questo caso, pensare a un attacco russo nel Caucaso non avrebbe alcun tipo di senso", ha specificato il direttore della rivista Domino. "È vero che in Cecenia ci sono gli oppositori di Kadyrov (capo della Repubblica Cecena, ndr) che sono contrari all'impegno e sono dalla parte dell'Ucraina, però sarebbe oltre ogni crisma di logica", ha continuato. L'analisi dell'analista di geopolitica, però, apre a tutti gli scenari: "Mai escludere niente", ha affermato Fabbri parlando con il conduttore Massimo Gramellini. 

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