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Mosca, Edward Luttwak: "Siamo già in guerra e dobbiamo prepararci"

Edoardo Sirignano
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«C’è più di una guerra nel mondo. L’Europa faccia presto, occorre un esercito comune. Stavolta gli Usa, impegnati nel Pacifico, non potranno difenderci». A dirlo Edward Luttwak, esperto di politica internazionale.

Qual è l’impatto dell’attentato in Russia sullo scacchiere globale?

«Un gruppo islamico ha attaccato Mosca. È l’ennesima azione dovuta alla Guerra Santa. L’attentato non ha nulla a che vedere con l’Ucraina. Sbagliato fare collegamenti erronei. Ilproblema sonosolo le vittimecivili».

Nessun attacco occidentale al Cremlino?

«Assolutamente no! Quanto successo in Russia è molto simile a quello che sta facendo Hamas in Medio Oriente. Mentre l’esercito israeliano se la prende con dei combattenti, che si arrendono o muoiono, dei terroristi, al contrario, si scaglianocontrodonneebambini. Questa è la malattia che tocca una parte di Islam. Avviene ovunque, pure se l’Occidente fa finta di niente. Il messaggio, a mio parere, è stato uno solo: facciamo vedere a Mosca quanto siamo potenti. Un’informazione, d’altronde, intercettata dagli americani e passata al Cremlino. Una vanteria nonè stata consideratacome avvertimento».

Il terrorismo islamico, dunque, ha mostrato i muscoli?

«Il mondo islamico è più debole di prima, altrimenti non usava il terrorismo. Il problema, piuttosto, è un altro, ovvero quanto succede da tempo in Ucraina e adesso può scoppiare ulteriormente».

Macron afferma che sia utile mandare soldati europei su quel fronte. Non si rischia un conflitto globale?

«L’esercito ucraino non ha abbastanza soldati, ragione per cui viene respinto da quello russo. Macron ha solo constatato che fra poco non sarà più sufficiente mandare armi e munizioni. Chi dice mai truppe italiane in quel conflitto commette un errore».

Perché?

«Certe posizioni sono un segnale di debolezza. Tutti hanno pensato nel mondo che l’Italia ha un esercito, ma c’è un governo che non lo fa combattere.Nessuno, però, ha chiesto soldati a Palazzo Chigi. Detto ciò, siamo già in guerra e bisogna prepararsi».

Non è più possibile, dunque, trovare una soluzione pacifica alle ostilità?

«Non può esserci pace con Putin perché sta vincendo. Nessuno l’ha mai fatta, nella storia, quando stava avanzando.Per arrivarea tale obiettivo, bisogna solo fermare i successi della Russia in Ucraina».

Perché quell’Europa che nei secoli è stata unita, compresa la Russia, a un tratto si è trovata divisa?

«Era unita perché non c’era alcuna sfida, nessuna obbligazione. Tutti dicevanosiamoeuropei ederasufficiente. La Russia ha invaso l’Ucraina perché l’Europa, a un certo punto, ha perso credibilità. Mosca è sempre stata una citta di un continente, che ha sempre avuto conflitti al suo interno. Il problema è un altro. Quando viene a mancare la forza o l’autorevolezza di chi dovrebbe unire, ognuno si sente libero di fare ciò che vuole».

Adesso come comportarsi? GliStati Uniti possono darci una mano?

«Le guerre non si combattono con pizze e mandolini, come pensa qualcunoin Italia.L’Americahafornito tutto quello che poteva all’Ucraina, dalle informazioni alla tecnologia. Ha fatto ventisette volte di più del governo francese o italiano.L’unicacosache nonfaràèmandare soldati su quel fronte perché impegnata su un altro, ovvero quello con la Cina. Non mi risulta ci siano soldati europei nel Pacifico per aiutare gli Usa, mentre invece questi hanno già soldati schierati in Polonia e in Romania. L’America nonsi sta preparando a un conflitto, ma ci è già dentro. É dovuta intervenire perché navi di Pechino stavano spingendo i filippini dalle proprie isole».

Viene, intanto, fuori un patto di ferro tra Mosca e Pechino…

«Non c’è alcuna alleanza. A parte qualche scambio di munizioni, il vero nemico della Russia è la Cina. Dal 1860, c’è chi a quelle latitudini parla di territori perduti».

Da come sostiene, i conflitti sono più di uno…

«L’Europa non combatte contro la Russia. Anzi sta facendo un minimo sforzo. La maggior parte dei membridell’Ue spende nienteperla difesa. È stato mandato poco, se non pochissimo, all’Ucraina».

Se vincerà Trump, cambierà qualcosa?

«Essendo meno gentile di Biden, ripeterà quanto fatto prima di oggi. Non dimentichiamo che aveva litigato con Merkel perché sosteneva che l’Europa doveva spendere di più in armi. Tutti, allora, lo derisero, applaudendo Angela, che invece raddoppiavala dipendenza energetica da Mosca. Uno sbaglio che sarà pagato a caro prezzo».

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