Ucraina, la teoria di Fabbri: "Eserciti europei incardinati nei movimenti Usa"
Sono oltre un milione gli ucraini senza elettricità a causa dei massicci raid russi che nella notte hanno preso di mira le infrastrutture energetiche del Paese. Gli attacchi della Russia hanno causato danni significativi a due edifici (Hes-1 e Hes-2) della centrale idroelettrica di Dnepr (DniproHes), nella regione di Zaporizhhzia. "Ad oggi stiamo perdendo la centrale. Hes-2 è in pericolo, non sappiamo in quale volume e con quale potenza sarà in grado di funzionare proprio a causa del colpo", ha spiegato Ihor Sirota, presidente della società statale attiva nella produzione di energia idroelettrica, Ukrhydroenerho. Gli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina sono stati oggetto di dibattito a Omnibus, il programma di politica e di attualità che va in onda tutte le mattine su La7. Ospite in studio l'esperto di geopolitica Dario Fabbri.
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"I Paesi europei notano la presa di distanza degli americani, che non è soltanto la mancata assistenza, ma ciò che i capi di governo si sentono raccontare dai propri apparati, che poi parlano con quelli dall'altra parte dell'Oceano", ha detto il direttore della rivista Domino. Diverse sono state nell'arco delle ultime settimane le posizioni dei leader europei. "Macron per due volte ha sostenuto l'ipotesi delle truppe in Ucraina. Scholz, che di mestiere fa il cancelliere tedesco e non spara affermazioni a caso, ha detto che non possono mandare i missili di loro produzione in Ucraina perché servirebbe i militari per la manutenzione. Siamo in una fase in cui c'è la sensazione che ci sia il rischio di una guerra e che la guerra sia una soluzione a questo punto, ma con posizioni diverse. Chi sa se daremo un'immagine di compattezza", ha spiegato l'esperto.
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Sul piano del sostegno o meno a una mossa bellica, il parere delle popolazioni conta. Secondo Fabbri, però, "la nostra opinione pubblica è molto fredda sulla possibilità di un coinvolgimento nella guerra". Il punto "non è nei Paesi europei, che sono molto anziani di età media, non è chi mandare al fronte, il punto è l'opinione pubblica che deve sostenere lo sforzo. La guerra non grava mai solo su chi è al fronte ma sull'intero Paese. Più l'età media è alta e più la guerra grava sui Paesi. Ci hanno detto che la globalizzazione americana durasse per sempre e che il mondo volesse vivere tutto come noi. Forse non è proprio così, ma prendere cognizione e fare il salto successivo, non è immediato". Impossibile dimenticare lo stretto legame con gli Usa: "Le nostre forze armate sono state pensate per essere ancillari a quelle statunitensi. La Francia da sola non può fare interventi militari. Gli eserciti europei sono stati pensati, incardinati nei movimenti degli americani".