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Politicamente corretto, Crepet a valanga: "Invasione terrificante"

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Il politicamente corretto fa discutere ancora. L'ultima polemica, per citarne una, riguarda il panorama scolastico ed è scoppiata dopo che la scuola comunale per l'infanzia Ada Negri ha deciso di non festeggiare la festa del papà. Questa sorta di dogmatismo, che trasforma il pensiero critico in un credo limitato, è stato anche al centro dell'intervista concessa da Paolo Crepet a Il Messaggero. "Sono sempre più stupefatto delle idiozie degli adulti": così ha esordito lo psichiatra, che poi ha puntato il dito contro chi, per stare accanto ai piccoli e ai giovani, mette in atto comportamenti che si inseriscono nella pericolosa dimensione dell'"iperprotezione". 

 

 

È giusto tutelare i bambini al punto tale da evitare loro difficoltà e problemi? Questo è stato l'interrogativo che ha stimolato l'argomentazione di Paolo Crepet. "Prima di tutto, vorrei chiedere agli insegnanti 'politicamente corretti' che cosa avrebbero fatto se avessero insegnato negli anni 50, con tutti i padri morti in guerra di allora. Venendo ai giorni nostri: i bambini vivono i problemi col sorriso, siamo noi adulti che pensiamo che qualsiasi questione può rappresentare un problema", ha chiarito lo psichiatra.  

 

 

"Cosa c'è di difficile a dover dire per esempio che un bambino non ha più il papà? Perché non ne parliamo invece di omettere il problema? Siamo noi che pensiamo di avere il diritto di fare qualsiasi cosa", ha chiesto il saggista. Possibile che gli adulti riversino sui figli i propri timori? "Le cose sono ancora purtroppo più semplici: il punto è che non sappiamo più stare con i bambini, non sappiamo comunicare e giocare con loro. Ormai c'è un'invasione terrificante del politicamente corretto, che porta a una correzione, a un retropensiero, e questo è allucinante. Non se ne può più!", ha aggiunto Crepet. 

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