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Paolo Del Debbio travolge l'animalista: "Chi se ne fo**e", l'agnello e il karma

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Ma perché dovremmo vietare la tradizione di mangiare l'agnello a Pasqua? Nella puntata di venerdì 22 marzo di Dritto e rovescio si parla delle proteste di animalisti e vegani per una pratica ritenuta disumana e anacronistica da parte di queste associazioni. Le argomentazioni addotte dal presidente degli Animalisti Italiani, Walter Caporale, ospite nella trasmissione di Rete 4, sono le più svariate. Mangiare l'agnello "non è una tradizione", è impensabile "uccidere dei bambini, dei cuccioli di esseri viventi". Il conduttore Paolo Del Debbio ricorda che è da 150 anni che si mangia l'agnello a Pasqua: "Perché dovrete togliermi la tradizione?". L’animalista spiega che anche tortura, pena di morte e schiavismo erano in passato tollerati, e cita una posizione che attribuisce al direttore di Famiglia Cristiana Stefano Stimamiglio: "La settimana scorsa ha dichiarato che l'attuale strage di agnellini per la Pasqua è ormai lontana da ogni tradizione religiosa e non ha alcuna giustificazione". 

 

Del Debbio non sembra impressionato: "Ma è un'opinione". Caporale ribatte: "È l'opinione però del direttore di Famiglia Cristiana". Il conduttore allora non si tiene: "E chi se ne fo**e!", scatenando il pubblico in studio. L'attivista poi insiste sulle parole dei Papi in difesa di tutti gli animali, agnelli pasquali compresi, in particolare di Paolo VI e Giovanni paolo II, e poi chiede all'Italia di promuovere anziché vietare la cosiddetta carne coltivata. 

 

Tuttavia, l'ultima argomentazione gli si rivolge contro. Caporale cita una notizia data la settimana precedente dallo stesso Del Debbio in trasmissione, ossia la grave intossicazione alimentare che ha provocato 8 morti, tra cui bambini, a Zanzibar in Tanzania dopo un banchetto a base di tartaruga marina. "Andiamo in vacanza a vedere gli animali selvatici e poi ce le mangiamo? È pazzesco. I turisti sono morti perché hanno mangiato la tartaruga marina che loro avevano ammirato libera, cosa diciamo poveri turisti o chi è l'imbecille che va a  vedere prima un animale libero e poi lo vuole mangiare a tavola? Forse c'è il karma". Il conduttore lo stoppa: "Non si può dare degli imbecilli a otto persone che sono morte", afferma. Tra l'altro il caso in questione riguarderebbe la popolazione locale, tra cui è diffusa l'usanza di mangiare carne di tartaruga marina, e non turisti occidentali. Ma l'animalista non se ne cura: "Se non avessero mangiato el'animale che erano andati a vedere libero non sarebbero morti, la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri". 

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