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Cerno a Che sarà: "Perché Meloni non si dichiara antifascista? Vogliono provocarla"

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Il dibattito sul fascismo e sull'antifascismo continua a tenere banco nella discussione politica. "Perché tanti ancora stentano a definirsi antifascisti?": con questa domanda Serena Bortone ha lanciato sul tavolo del dibattito un tema che da settimane rimbalza sulle pagine dei giornali e nei talk-show televisivi. Ospite a Che sarà, il programma di informazione e di attualità che va in onda il sabato sera su Rai 3, il direttore de Il Tempo Tommaso Cerno ha risposto con nettezza di parole. "Sottopongo a tutti la riflessione che queste cose stanno riempendo il dibattito e stanno creando una gigantesca confusione, soprattutto nei più giovani, che utilizzano oggi parole portentose della storia, su cui sono state combattute battaglie umane e politiche, senza sapere di che parlano. Oggi la parola nazismo viene usata nei confronti di Israele, la parole olocausto e genocidio si usano come andare a comprare la verdura. Ci rendiamo conto che quello che per noi è certo, è cancellato nella memoria collettiva. La repubblica deve fare qualcosa", ha scandito in diretta dallo studio della trasmissione.

 

 

D'altronde Tommaso Cerno l'aveva anticipato già nel primo editoriale firmato per il quotidiano romano di cui è direttore. "Continuiamo a chiederci da dove veniamo, ragionando su un gps antico di coordinate fasciste e comuniste, quando la domanda vera sarebbe piuttosto: dove stiamo andando? Questa è la risposta che gli italiani si aspettano da Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani, così come dai loro oppositori Elly Schlein e Giuseppe Conte. Ed è attorno a questa questione che proveremo a dare un nostro contributo", aveva scritto il giornalista. E a Che sarà Cerno ha risposto all'interrogativo della conduttrice in maniera chiara: "Ti rispondo in maniera molto semplice. Io non posso sapere perché una singola persona non afferma di essere antifascista, però ti posso dire che si impegna la Repubblica italiana a rimuovere il fascismo. Se a distanza di ottant'anni non ci siamo riusciti, è colpa di tutti. È colpa della sinistra, di Democrazia Cristiana, dei liberali, dei repubblicani, dei professori universitari, dei maestri di scuola. Non è un compito affidato alla destra estrema, ma alla Repubblica che firmò la Costituzione. Noi dove eravamo quando succedevano queste cose? Diamo sempre la colpa agli altri, viviamo in un conformismo estremo", ha affermato, per poi andare dritto al punto: "Meloni non si dichiara antifascista perché vogliono provocarla. Questa domanda è diventata un sasso che le viene tirato. E' strumentale e politico".

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