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Burioni nella bufera per i test, Bassetti lo difende: "Esagerata sindacalizzazione"

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Dieci studenti promossi su 408 al pre-test dell’esame di Microbiologia di Roberto Burioni al San Raffaele di Milano. Numeri al centro dello sfogo di una studentessa di Medicina, che su TikTok ha postato un video, poi tolto, lamentando "l’anomalia", a suo avviso, dell’elevata percentuale di bocciati. Per il virologo, raggiunto dall’Adnkronos Salute, non c’è nulla di anomalo: "Nella mia esperienza tutti correggono il loro modo di studiare e superano l’esame brillantemente in un appello successivo", ha assicurato. Sulle polemiche per i troppi bocciati da Burioni al test "mi sento di dire che non credo si possa pensare di passare microbiologia senza sapere l’agente eziologico della scarlattina e la diagnostica dell’influenza": così ha esordito sul tema Matteo Bassetti. 

 

 

"Temi talmente attuali che vanno conosciuti", ha subito puntualizzato. Il problema, secondo il direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, sta nel fatto che i ragazzi non siano disposti a mettersi in discussione. "Da parte degli studenti però oggi c’è una minore capacità di soffrire e un’esagerata sindacalizzazione, non ponendosi mai la domanda se la colpa sia effettivamente la propria. Il mondo va veloce. Da giovane, se non mi veniva subito in mente un’informazione, la trovavo nell’enciclopedia di famiglia. Oggi la trovano velocemente su Google o Wikipedia", ha spiegato il suo punto di vista in un post su Facebook.

 

 

"Forse per i giovani non è accettabile il modus operandi delle lezioni frontali - come faccio io e come sono certo che Burioni faccia benissimo - poi l’esame scritto e orale. Probabilmente i giovani vivono questa modalità con un po' di insofferenza, perché sono abituati a tutto e subito", ha continuato Bassetti, che quindi ha subito aggiunto: "Non mi è mai capitata una cosa del genere (parlo del caso San Raffaele), dei miei studenti posso dire ogni bene. In alcuni casi forse bisogna umanizzarsi un pò di più: non promuovere o bocciare, ma far innamorare della materia gli studenti". 

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