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È sempre Cartabianca, ora Biagiarelli dà addosso agli agricoltori per l'inquinamento

Gabriele Imperiale
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Milano terza città più inquinata del mondo e a È sempre Cartabianca si scatena il dibattito. Bianca Berlinguer nel suo programma su Rete 4, lancia la patata bollente a Lorenzo Biagiarelli e lo chef risponde prontamente tentando di calmare gli spettatori. “In realtà è la terza città più inquinata del mondo oggi – sottolinea il compagno di Selvaggia Lucarelli – sono rilevazioni quotidiane che poi cambiano”. Il volto televisivo dice di più: “A livello annuale forse si colloca intorno alla cinquecentesima posizione – sottolinea e ricorda – ai nostri polmoni non interessa che lo sia solo oggi o solo domani o solo per tre giorni. Il PM 2.5, che è il valore che poi determina questo indice chiamato AQI cioè indice di qualità dell'aria, o banalmente le rilevazioni dello stesso PM 2.5 è una sostanza veramente pericolosa”. Il perché è presto spiegato: “Il diametro di queste particelle di materia possono superare i bronchi arrivare fino agli alveoli polmonari – spiega Biagiarelli – e il particolato PM 2.5 è la prima causa ambientale di morti nel mondo. È responsabile del 7% delle morti di tutte le persone che muoiono nel mondo ogni anno”.

 

 

Poi chiude il suo pensiero: “Secondo me che sia più la terza più inquinata per un giorno o per un mese e non per un anno, comunque un po’ di preoccupazione ce la dovrebbe dare”. Berlinguer gli chiede di più: perché Milano è tanto pericolosa? Cosa contribuisce a renderla così inquinata? Lo chef ha una risposta anche a questo: “C'è un interessante studio pubblicato su Nature nel 2022 che dice sostanzialmente che capire da dove provenga il PM 2.5 non è mai stato facile, perché tante cose sono PM 2.5 – spiega Biagiarelli - in certe regioni del mondo sono le particelle sollevate dal deserto del Sahara per esempio. In altre contribuiscono più i roghi o c'è l'utilizzo di certi carburanti”. In tutta l’Europa centrale, Nature ha stabilito che la principale causa è “l’agricoltura” dice lo chef chiudendo il suo intervento. 

 

 

Palla poi al giornalista Roberto Poletti che si focalizza su un altro aspetto della questione: “Gli studi lo dicono chiaramente, contribuisce anche l'agricoltura. E contribuisce il traffico, contribuisce il riscaldamento, gli impianti di riscaldamento ma contribuisce anche l'inefficienza di una classe politica che non fa niente da anni e il conto lo fa pagare ai cittadini”. Perché - ecco il duro attacco di Poletti – “adesso vengono fuori i provvedimenti di blocco del traffico a macchia di leopardo, anche in modo armonico. Un comune fa una roba, quell'altro comune fa un'altra cosa”. Per il giornalista le colpe sono chiare: “La politica che non ha fatto niente – spiega – chiederà ai cittadini per l'ennesima volta di sacrificarsi”. Gente che vuole deve solo lavorare verrà “bloccata, colpevolizzata per il solo fatto di avere una vettura che non ha potuto adeguare a un parco macchine più efficienti”. Il tutto mentre – come sottolinea Poletti in chiusura di intervento – “ci dicono di cambiare stile di vita, ma lo stile di vita di una politica che amministra male è sempre lo stesso – dice furente il giornalista – proprio dai palazzi della politica arrivano gli sprechi peggiori per quanto riguarda anche i riscaldamenti”. Infine una battuta finale: “Ci sono palazzi della politica dove si prendono le decisioni, dove si decide come devono vivere i cittadini – dice beffardo il giornalista – cittadini che vivono a 30 gradi e cittadini che devono tirar la cinghia e pagare il conto”.

 

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