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Gli Usa ci vogliono “fregare” Draghi? Feltri: un tesoro nazionale da non farsi scippare

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Un fuoriclasse che fa gola all’America. Vittorio Feltri dedica l’editoriale apparso sull’edizione del 18 febbraio de Il Giornale a Mario Draghi, che negli scorsi giorni ha partecipato a Washington alla conferenza annuale della National Association for Business Economics (Nabe) e durante l’evento è stato insignito del premio Paul Volcker per la sua lunga e illustre carriera nella politica economica. “Pare che gli americani abbiano trovato un giacimento aurifero a casa nostra e se ne vogliano impossessare con quella che si chiama, usando il linguaggio de Il Padrino, ‘una proposta che non si può rifiutare’. Gli hanno assegnato negli Usa il vero Nobel dell'economia, quello della politica economica, della scienza applicata e non del fumoso pentolone delle teorie. Significa che non è il più bravo nel laboratorio delle astrazioni, ma nel risolvere problemi universali”, segnala il direttore editoriale del quotidiano.

 

 

Poi Feltri lancia un avviso: “Guai a farci scippare questo tesoro nazionale, è un deposito in oro zecchino, ed io sono convinto che questo patrimonio di intelligenza pratica vada investito senza gelosie da parte di nessuno, come guida dell'Europa che oggi balla sui carboni accesi di guerre, inflazione e recessione con i piedini niente affatto rassicuranti di Ursula von der Leyen. Stiamoci attenti. Nessun talk show se ne è occupato”. 

 

 

“Frequentando Draghi con una certa assiduità conosco le sue idee esposte con semplicità. Si tratta - viene spiegato nell’articolo - di restituire all'Unione Europea, a riguardo della quale è inutile coltivare l'utopia di staccarci, una sua dignità. Alleata sì, ma non succuba degli Usa, trovando un senso nuovo alla sua esistenza. Dove senso vuol dire significato e direzione. Non si risolvono più i problemi manovrando da Francoforte o da Washington sulla moneta, all'euro ci aveva già pensato lui, ma agendo sulle politiche fiscali ed energetiche. Finanziando gli investimenti e il welfare con titoli europei a responsabilità comune”. Feltri chiude con l’appello finale: “Smettiamola di considerare Draghi un disturbo, capaci che ce lo rubino. A Bruxelles sarebbe, come presidente del Consiglio europeo, un affare non per il Nabe ma per il governo Meloni e per la ditta Italia”.

 

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