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Ghali, Cazzullo rovina i piani a Santoro: "La parola genocidio? Non l'avrei usata"

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Non si placano le polemiche sanremesi. Negli ultimi giorni il nome di Ghali, il rapper milanese e di origini tunisine che ha partecipato alla 74esima edizione del Festival, è balzato agli onori di cronaca perché dal palco del teatro Ariston ha lanciato messaggi pro Gaza. Posizione, questa, che è stata ribadita anche nel corso dell'ultima puntata di Domenica In. Motivo per cui l'ad della Rai, Roberto Sergio, ha chiesto alla conduttrice Mara Venier di leggere un comunicato in cui esprimeva solidarietà a Israele. Questo è stato l'argomento che, a Otto e mezzo, ha acceso il dibattito. Michele Santoro ha preso la parola e ha ammesso: "Su Ghali, io non avrei usato il termine 'genocidio'", precisando poi: "Ma in questo momento significa fermiamo le armi e la strage degli innocenti".

 

 

"Ma se andiamo a leggere i trattati internazionali che regolano il genocidio probabilmente siamo nel bel mezzo di un’azione che può essere definita genocidiaria": così si è poi espresso il giornalista e fondatore della lista Pace, Terra e Dignità. "Amadeus ha preso una posizione sulle foibe discutibile, assolutamente fuori dalla storia, ma ha detto quello che voleva senza ricordare o spiegare tutti gli eventi. Come mai - ha continuato Santoro - se Ghali graffia l’informazione uniforme deve premettere che c’è stato il 7 ottobre? Se Ghali parla della Palestina, l’ad Rai non deve precipitarsi a fare un comunicato di risposta affidandolo a una conduttrice. E io sarei stato più furbo, lo avrei fatto leggere a un annunciatore", ha detto. A quel punto si è inserito nel dibattito Aldo Cazzullo, anche lui ospite di Lilli Gruber. "La parola genocidio io non l’avrei usata", ha affermato il giornalista del Corriere della Sera in risposta alle dichiarazioni del collega. 

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