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Otto e mezzo, Santoro si tuffa in politica. Ma Cazzullo lo boccia subito: fallimento annunciato

Luca De Lellis
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Era nell’aria da tempo, ma ormai è giunto il punto di non ritorno. Michele Santoro, dopo aver dedicato una vita a contrastare i politicanti di diverse generazioni come giornalista, ha deciso di scollinare il confine e vedere cosa accade dall’altra parte del fiume, quella più torbida. E dopo l’annuncio ufficiale della fondazione del movimento politico “Terra, pace e dignità”, che scenderà in campo alle prossime elezioni Europee, il suo leader ha confessato le proprie intenzioni negli studi di La7 nel corso della puntata di Otto e Mezzo del 14 febbraio. Addirittura, per Santoro tale è la portata della sfida che «rappresenta una delle più importanti della mia intera vita», anche perché dovrà riuscire a raccogliere 150mila firme in giro per l’Italia. Ma l’ospite della conduttrice Lilli Gruber ne ha viste tante nel corso della sua decennale carriera, è arduo che qualcosa lo spaventi: «Sono pronto perché secondo me le Europee sono un’occasione molto importante per portare all’attenzione dell’opinione pubblica il problema della pace, dalla quale derivano le soluzioni di tutti gli altri problemi».

 

 

Ora la questione pressante, che prontamente Gruber gli pone di fronte è: in quale lacuna o spiraglio politico si posiziona il suo movimento? Santoro non si espone più di tanto, restando piuttosto ambiguo ma facendo intuire per quali lotte si batterà e al fianco di chi: «E’ sicuramente una lista europeista, ma non di sinistra. Al centro della nostra iniziativa c’è il fatto che non possiamo assistere ai massacri che stanno avvenendo sia a Gaza che in Ucraina, dobbiamo fare qualcosa». Insomma, non starsene con le mani in mano, ma agire concretamente per cambiare la situazione in Medio Oriente e sul versante Est con la guerra tra Mosca e Kiev. E quindi «per lo meno costringere l’universo politico italiano ad affrontare questo tema che altrimenti sarebbe rimasto ai margini della prossima campagna elettorale». Al fianco di chi? «Il Movimento 5 Stelle oltre a schierarsi contro l’invio delle armi non è che faccia qualcosa dal punto di vista pratico, quindi serve qualcuno che si pone al loro fianco per costringerli a parlarne di più». Mentre il Partito Democratico «a parte qualcuno che si espone non si capisce bene cosa voglia».

 

 

In studio è presente anche Aldo Cazzullo, storica firma del Corriere della Sera, che però stronca sul nascere le velleità di Santoro, pur facendo il tifo per lui: «Io temo che in termini di percentuale di consensi la lista possa raccogliere poco, e lo dico con la stessa sincerità con la quale dico che sono un suo grande estimatore da sempre dal punto di vista professionale, sin dai tempi di Samarcanda». La ragione che si cela dietro al pessimismo, spiega Cazzullo, è «che non vedo un grande spazio politico nel quale inserirsi». Anche perché, rivolgendosi a Santoro, dice: «Tu sei percepito come una persona di sinistra, e purtroppo i precedenti tentativi della sinistra di questo tipo sono tutti falliti. I serbatoi di voto stanno tutti a destra, ho paura che se il generale Vannacci facesse una lista otterrebbe più consensi». Per ora sono solo previsioni, il tempo ci dirà di più.

 

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