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Pedretti e il "metodo" Lucarelli, Capezzone sbotta: "Posso dire? Mi fa schifo"

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Anche a Zona Bianca, il talk-show che va in onda tutte le domeniche su Rete 4, si è parlato di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata senza vita dopo aver diffuso la sua risposta a una recensione contro i gay e i disabili e dopo essere stata travolta da una vera e propria bufera mediatica. Sul tavolo del dibattito è stata lanciata la questione della regolamentazione del web e dei limiti da imporre ai social. In questi giorni si è parlato di gogna e i riflettori si sono accesi su Selvaggia Lucarelli e sul compagno Lorenzo Biagiarelli. Il motivo? I due hanno sollevato dubbi sulla veridicità di quanto pubblicato dalla titolare del locale di Sant'Angelo Lodigiano. Dopo che il conduttore Giuseppe Brindisi gli ha chiesto di intervenire sul caso, Daniele Capezzone ha fatto una premessa: "Noi questa sera, convocati qui da te, siamo sei persone pubbliche, abituate a salire su un ring, a essere esposti. Sappiamo che puoi dare un colpo, puoi riceverlo, è parte della tua vita", ha detto. 

 

 

Parole, queste, di introduzione a quello che poi è stato il nocciolo del discorso proposto dal direttore editoriale di Libero. "Ma se tu trascini sul ring, senza la sua volontà, una persona che non è nè pugile, nè pugile professionista e colpisci, colpisci, colpisci, questo è un metodo": così ha sottolineato quella che, secondo lui, è la differenza sostanziale. "È accaduto per questa signora, è accaduto per il ragazzo con la gamba divorata dallo squalo. Sta intubato, in rianimazione, e trova una tempesta di fango, scatenata da Lucarelli", ha ricordato. Poi Capezzone ha tolto il freno e ha esternato il suo punto di vista: "Posso dire? Non elevo nessun tipo di accusa giuridica nei confronti di Lucarelli, per me non c'è istigazione...Ma dal punto di vista personale e morale, fammi dire che questo metodo mi fa schifo. Per chi non lo avesse capito, mi fa schifo", ha concluso il giornalista. 

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