Caso Pedretti, la "teoria" di Tomaso Montanari: odio social? Di chi è la colpa
Tra le distorsioni che hanno seguito la tragedia di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Lodi che si è tolta la vita dopo essere finita al centro del caso mediatico della recensione omofoba e "abilista", c'è l'idea che all'origine dell'odio social c'è la destra. Incredibile ma vero. A ribadire la stramba teoria è Tomaso Montanari, il rettore dell'Università per stranieri di Siena, intercettato dai cronisti di Stasera Italia. Nella puntata di sabato 20 gennaio del programma di Rete 4, il professore reduce dalla polemica per il ritiro della candidatura a sindaco di Firenze premette che "l'odio social" sembra "senza meta e senza un destinatario preciso, "poi di volta in volta si coagula su qualcuno".
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Detto questo, come è facile prevedere, chiama in causa Matteo Salvini: "È andato al potere con la Bestia, con uno strumento social che massacra gli oppositori e incita al messaggio mediatico, e questa destra prospera sull'odio per tutti quelli che sono diversi, i neri, i migranti... tacere sarebbe stato una buona idea". Insomma, per la sinistra anche un fatto di cronaca tragico diventa colpa della destra. Tra l'altro il caso mediatico ha preso la piega che conosciamo quando la recensione e la relativa risposta sono state messe in discussione da Selvaggia Lucarelli, che scrive sul Fatto quotidiano, e dal compagno cuoco e conduttore tv Lorenzo Biagiarelli. Non certo due riferimenti del centrodestra.
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Tornando a Montanari, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri contesta, ovviamente, la tesi sulla "matrice" dell'odio social, e sul rettore ricorda le posizioni "minimaliste" sulle Foibe che tante polimiche hanno sollevato. La Giornata del Ricordo sarà il 10 febbraio, e Gasparri aspetta il prof al varco.