Otto e mezzo, botte da orbi tra Cacciari e Giannini su Meloni. “È ora di finirla”
“Le colpe sono nostre. Loro non hanno mai governato questo paese. Non hanno mai fatto il ministro della cultura, non hanno mai fatto il ministro dell'istruzione. Siamo stati noi a non riuscire ad educare nessuno” È vera bagarre sul caso Acca Larentia tra Massimo Cacciari e Massimo Giannini, ospiti entrambi di Lilli Gruber nel suo Otto e Mezzo su La 7. A innescare la scintilla della discordia – e la reazione di Giannini – la visione dell’ex sindaco di Venezia su Giorgia Meloni e sul suo presunto legame mai reciso con il fascismo. “Io non vedo Italo Balbo e i quadrumviri alle porte di Roma che preparano la marcia sulla Capitale. Io non penso neanche che il neofascismo sia l'emergenza del paese – esordisce il giornalista nella sua premessa – un paese che ha sei milioni e mezzo di poveri assoluti, un paese che vive una drammatica situazione di disuguaglianza”. Però – spiega il suo punto di vista Giannini – “questa vicenda la dice lunga anche sulla destra italiana e non soltanto sulla situazione del nostro sistema scolastico, perché è chiaro che quelle braccia tese appartengono all'album di famiglia della destra italiana”.
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Inquadrato Cacciari spazientito gesticola in favore di telecamera. “Cosa costerebbe a Giorgia Meloni condannare un episodio come quello? Lei una condanna esplicita di tutto il passato fascista e post-fascista non l'ha mai fatta – ricorda l’editorialista di Repubblica che continua la sua analisi –. Io mi aspetto un po’ di più perché questo aiuterebbe questo paese che – sottolinea – ha vissuto una guerra civile a bassa intensità durante la stagione degli anni di piombo a chiudere definitivamente quella pagina”. Cacciari non ne può più: “Sarebbe ora di finirla con questa guerra civile a bassa intensità”. Giannini ribatte subito: “Bisogna dirlo a chi non lo condanna il fascismo e il neofascismo, non agli antifascisti. Perché se lo facessero questa storia sarebbe finita”. Il professore si scatena: “Ma ha detto che è contro ogni regime totalitario ed è il discorso che hanno fatto sempre tutti i liberali – ricorda – Tutto insieme: socialismo, fascismo, comunismo, nazismo. E questa è la posizione della Meloni che è la posizione del 90% dei benpensanti di questo mondo”.
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Tra i due ormai è scontro aperto: “Cacciari, le posso fare una domanda? Ma per quale ragione un episodio come questo che in Italia in molti derubricano come una stupidaggine, una ragazzata, 200 imbecilli…” Giannini non ha il tempo di finire che il filosofo riprende la parola: “Io non la derubrico affatto. È colpa nostra, è colpa di me insegnante, è colpa di te giornalista – nonostante Gruber richiami i due ospiti, Cacciari non si ferma –. Le colpe sono nostre. Loro non hanno mai governato questo paese. Non hanno mai fatto il ministro della cultura, non hanno mai fatto il ministro dell'istruzione. Siamo stati noi a non riuscire ad educare nessuno”. La conduttrice riesce a riportare a fatica la calma e Giannini finisce la domanda: “Perché appunto in Italia funziona sempre questa grande banalizzazione e all'estero in Europa il leader dei popolari europei interviene e dice ‘queste cose sono gravissime e in Europa non sono permesse’ ma ci sarà un motivo?”. Cacciari a domanda risponde con domanda: “Ma le hai mai viste le manifestazioni dei nazisti in Germania? A passo dell’oca? Ma dai!”. Uno scontro senza fine tra i due: “Vabbè allora consoliamoci dicendo che lo fanno in tanti. Così fan tutti”.