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Chiara Ferragni, il prof. di gestione della crisi è impietoso: “Situazione affrontata male”

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Il caso di Chiara Ferragni visto dall’esperto. Matteo Flora, imprenditore e docente di gestione della crisi all’università di Pavia, è stato intervistato da La Nazione in merito alla gestione della crisi scaturita dal pandoro-gate e dalla multa milionaria comminata all’influencer dall’Antistrust: “Non è un colpo mortale, ma Chiara Ferragni ha la necessità di abbassare velocemente l’aggressività degli utenti che commentano sui suoi profili social, altrimenti l’impatto su marchio e carriera sarà alto. Ferragni e il suo team stanno cercando di capire cosa funzioni o cosa non funzioni per poi definire un piano più preciso. La crisi è stata affrontata male finora, da un punto di vista d’immagine, meglio per quanto riguarda la mitigazione dell’odio. L’utilizzo abbastanza spregiudicato dei figli negli ultimi giorni ha un obiettivo chiaro, portare positività. Leone e Vittoria sono due bambini splendidi e nessuno si sognerebbe mai di attaccarli per quello che sta succedendo alla madre”. 

 

 

“Credo, purtroppo, che - spiega il prof. Flora - stia cercando un nemico. È una buona strategia quando si deve affrontare un problema esterno, ma in questo caso il terremoto è interno. È un piano, quindi, che non può funzionare”. L’esperto va avanti nella sua analisi: “La fuga degli sponsor pesa tanto. Penso che le aziende che abbiano sospeso o interrotto i rapporti siano molte di più di quelle che lo hanno fatto pubblicamente. Tutto quello che sta facendo Ferragni ha l’obiettivo di mitigare l’aggressività del pubblico, non le interessa che la gente la perdoni, ma che smetta di urlarle contro. Sul suo profilo non sono mai mancate le critiche, ma quello che adesso preoccupa gli sponsor è la densità, nessuno in questo momento vuole essere associato a Ferragni”.

 

 

“Che cosa dovrebbe fare Ferragni per riprendersi?”, la domanda del quotidiano toscano a Flora, che chiude così l’intervista: “Ammettere di aver sbagliato. Non ha compreso quello che ha fatto e, soprattutto, non ne ha afferrato le conseguenze. Scusarsi viene dopo. Non ne uscirà finché non si scuserà anche con chi non fa parte del suo pubblico. Le persone devono essere convinte che non ripeterà l’errore, serve una piena assunzione di responsabilità”.

 

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