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Cecchetto-Linus, volano ancora gli stracci: “Inesistente, era un mio dipendente”

Gabriele Imperiale
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Continua lo scontro a distanza tra Claudio Cecchetto e Linus. Il fondatore di Radio Deejay e l’attuale direttore artistico dell’emittente, venuti a contatto negli ultimi giorni dopo l’uscita del documentario intitolato “People from Cecchetto”, non smettono di infiammare social e giornali con la loro querelle. A iniziare è stato Linus che durante “Deejay chiama Italia” – che conduce insieme a Nicola Savino – ha definito “poco interessante” il documentario sulla carriera di Cecchetto andato in onda a metà dicembre su Rai1 e che ripercorreva la storia di tutti i talenti scoperti dal produttore discografico e volti noti del panorama musicale e televisivo nostrano. Sempre Linus aveva poi rincarato la dose definendo il suo ex boss “fesso”. In sua difesa era arrivato il figlio, Jody, che sui social ha ricordato l’apporto del padre alla creazione di Radio Deejay e ha smentito il conduttore radiofonico. Cecchetto è però voluto intervenire in prima persona sulle pagine de Il Corriere della Sera.

 

 

Dopo un sentito grazie a Jody per la sua difesa via social, un pensiero al suo secondo figlio e alla moglie, ha detto la sua su Linus. “Era arrivato nel 1984. L’ho assunto io e lo sottolineo – dice Cecchetto – Era un mio dipendente”. Ma il 1995 è l’anno dell’arrivo del Gruppo L’Espresso con Carlo De Benedetti e con il loro arrivo “cominciarono a cambiare le regole del gioco. La mia mission era duplice, guidare la radio numero uno in Italia da una parte, scoprire e lanciare talenti dall’altra – ricorda – Quella dell’Espresso, ovvero dei miei antagonisti, era fare un sacco pubblicità e fatturare”. E Linus cosa fa? “Decise di restare, divenne dipendente del Gruppo L’Espresso. Scelse di stare dalla parte del più forte. Ma – dice Cecchetto – non voglio alimentare un dualismo inesistente ancora oggi dico che i miei antagonisti erano L’Espresso e De Benedetti”. Ma perché, se di dualismo non si vuole parlare (almeno secondo il fondatore di Radio Deejay), Linus ha lanciato una frecciatina del genere? “Chiedetelo a lui. Non a me. Me lo state chiedendo in tanti ma è evidente che questa domanda deve essere posta a lui e non a me. Perché deve essere chiaro che questi attacchi sono partiti da lui. Non è nella mia indole attaccare nessuno”.

 

 

Linus ha anche sottolineato il basso share del documentario e come reagisce il disk jockey? Con un sonoro “chissenefrega”. “Ma chissenefrega degli ascolti. Per me è stato come vincere l’Oscar, ero in prima serata su Rai 1 – dice entusiasta e ricorda – Non era un documentario su di me: c’erano gli 833, Jovanotti, Amadeus e Fiorello e poi Gerry Scotti. Anche Fabio Volo e Leonardo Pieraccioni, tanto per citarne alcuni. E poi Carlo Conti, amico e collega, anche lui talent scout, e tantissimi altri. Tutte persone per cui conta un dato di fatto: quando li ho lanciati ero convinto che avrebbero fatto strada”. Un documentario quindi sulle origini di Radio Deejay e sulla cosiddetta “Deejay’s Gang” che Linus, come spiega Cecchetto, “ha sminuito”. Nonostante questo, il fondatore di Radio Deejay non vuole rispondere all’attacco del suo ex dipendente: “Sono appena uscito dal consiglio comunale di Riccione. Ora penso a Visit Romagna – spiega sviando la domanda e al giornalista che glielo fa notare risponde – Vogliamo creare eventi in Riviera non solo per l’estate ma anche per la stagione fredda. È sufficiente come risposta alla domanda?”.

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