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Ferragni, dopo il pandoro-gate si cerca il capro espiatorio? Voci dalla sua cerchia

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Chiara Ferragni è stata travolta dal pandoro-gate, la cui inchiesta è stata poi allargata anche alle uova di Pasqua. Dopo un lungo e, a suo modo, rumoroso silenzio, l'influencer è tornata ieri sui social network e, attraverso una storia Instagram, ha diffuso un messaggio tanto per i sostenitori quanto per i detrattori. "Una cosa mi sento di dirla. Vorrei ringraziare tutte quelle persone che in questi giorni mi sono state vicine e hanno avuto una buona parola per confortarmi. Ringraziare tutte quelle persone che mi hanno mandato un messaggio o un direct, che hanno chiesto come stessi, che mi hanno spronata a tornare sui social": così ha esordito l'imprenditrice digitale, per poi proseguire: "Grazie a chi c'è, a chi ascolta, a chi non vuole affossare ma aiutare. A coloro che hanno espresso la loro opinione, anche negativa, in tono pacato e costruttivo, perché nella vita c'è sempre tempo per confrontarsi, riflettere e ripartire. Le persone che ti vogliono veramente bene si vedono nel momento del bisogno, e io vi ho visti, letti e sentiti. Grazie davvero".

 

 

Ma come sta affrontando il caso? Il sentiment di molti follower tende più alle critiche che al supporto. Ciò che proprio non si digerisce, infatti, è che l'influencer e chi lavora con lei abbia gestito in maniera scorretta la faccenda della beneficenza. Per convincere i follower e non solo, infatti, non sono bastate le scuse, non è bastato il milione di euro donato alla pediatria dell’Ospedale Regina Margherita di Torino né la multa da un milione imposta dall’Antitrust. Come si legge in un articolo del Corriere della Sera, "tutto il suo staff di comunicazione, a cui si è aggiunto un megastudio di Reputation Advisers, Community, lavora per capire come arginare i danni: i 300 mila follower persi". Tuttavia, pare che l'obiettivo non sia trovare un capro espiatorio. Dalla sua cerchia, infatti, filtra che "non cadranno teste, perché Chiara ha sempre tenuto a valorizzare i suoi collaboratori e non comincerà ora a scaricare colpe su chi agisce per sua delega". 

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