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Chiara Ferragni, l'ultimo guaio è sulla sua società: il malumore degli azionisti

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Gabriele Imperiale
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L’araba fenice rinasce sempre dalle sue ceneri. Ma da quello che si dice sui mercati e ripreso da La Repubblica, non questa volta. Fenice, la società guidata e partecipata da Chiara Ferragni e recentemente sanzionata dall’Antitrust per lo scandalo Balocco, non sta andando verso il tanto sperato e sbandierato riassetto. E a crescere sono i malumori tra gli azionisti e la pressione sull’influencer. Riavvolgiamo il nastro. Lo scorso giugno Alchimia spa, primo azionista al 40% dell’azienda della regina italiana dei social, aveva trovato un accordo per una cessione parziale delle sue quote con Avm, società di gestione del risparmio. Sulla base di una valutazione di 75 milioni, Alchimia avrebbe dovuto cedere il 27% a fronte di 20 milioni entro la fine dello scorso anno.

 

 

Ma la società fondata da Giovanna Dossena non avrebbe concluso l’operazione e addirittura i più informati dicono che Avm, proprio a causa dello scandalo legato a Balocco, potrebbe rimettere in discussione i termini della cessione. Come sottolineato dal quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, in ambienti finanziari e legali si fa notare che la multa da 400mila euro dell’Antitrust con l’accusa di avere messo in atto una pratica commerciale scorretta, potrebbe fornire sufficienti argomenti per chiedere uno sconto sostanziale sul prezzo. Ma c’è chi si spinge anche a ipotesi ancora più ardite. Sempre secondo La Repubblica, qualcuno si è spinto a pensare che Avm potrebbe invocare la clausola contrattuale Mac, “material adverse change”, traducibile in “clausola di assenza di effetti sfavorevoli”, che le consentirebbe di chiedere una modifica dell’attuale accordo proprio per il verificarsi di un evento negativo.

 

 

Contattata da Repubblica, Alchimia ha subito spento ogni polemica e si è detta sicura che "l’accordo di cessione di una parte di tali quote al "Club Deal" gestito da Avm, non è attualmente oggetto di modifiche di alcuna natura – e che - nel 2024 si procederà quindi con il perfezionamento dell'operazione nel rispetto degli accordi e delle fasi già concordate precedentemente". Ma i guai per la Ferragni sembrano davvero non finire mai. Pasquale Morgese, altro socio di Fenice al 13,8% tramite l’azienda N1, sembra proprio essere sul piede di guerra. L’imprenditore, sentito dal quotidiano romano, ha fatto sapere di "di non aver mai ricevuto alcuna comunicazione in merito da parte di Alchimia, né all’epoca del comunicato stampa con il quale è stata annunciata l’operazione, né in seguito – e proprio per questo N1 srl – ha chiesto in via formale un chiarimento al legale rappresentante di Alchimia (e di Fenice); tale richiesta è però rimasta, attualmente, priva di riscontro".

 

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