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Segre-Seymandi, "se ti appoggi al potere...". Rasoiata a sorpresa di Paolo Crepet

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È una storia "triste" quella del banchiere di Torino Massimo Segre e dell'ormai ex compagna e collega Cristina Seymandi,. Ma settimane non si parla d'altro del matrimonio saltato e delle accuse di tradimento. Ad analizzare il fatto in sé e la percezione dell'opinione pubblica è Paolo Crepet, noto psichiatra e sociologo. Segre o Seymandi? "Nessuno dei due esce vincitore", afferma l'esperto che isola alcuni temi che hanno reso possibile una eco mediatica così forte. “'Anche i ricchi piangono' è un format che funziona sempre", spiega Crepet. Poi c'è il piacere di "godere delle disgrazie altrui", e il fatto che tutto fosse disponibile in video. Senza contare che siamo ad agosto e il notiziario langue. 

 

Crepet in un aintervista alla Stampa commenta anche il parallelismo tra l'anello di zaffiro regalato da Segre a Seymandi e, a quanto pare, sparito, e i celeberrimi Rolex di Francesco Totti e Ilary Blasi: "Ormai la storia ha assunto i contorni del feuilleton", una "guerra dei Roses in salsa subalpina" che è "una storia triste cominciata con un gran colpo di teatro da parte del finanziere che si è subito trasformato in autogol". Perché? La vendetta è un piacere effimero, spiega Crepet, e ci si pente presto di averla scelta. Poi quel discorso ha trasformato "la sua ex fidanzata in vittima e lui in un insipiente amoroso".

 

Detto questo, l'Italia si conferma un Paese dove domina l'"analfabetismo relazionale", e con esso "lo stereotipo del vecchio maschio italico che cade nell’errore di pensare che una giovane, scaltra e bella imprenditrice" da "manipolare", almeno nei piani, "migliori la tua immagine di potere esattamente come guidare una Porsche". Ma lo psicologo che ha anche per Seymandi, descritta con i tratti dell'arrivista: ha sbagliato i calcoli "come per tutti quelli che pensano di essere più forti soltanto perché hanno raggiunto il rifugio alpino più alto appoggiandosi al potere. Non lo hanno fatto sudando e per meriti propri, ma prendendo la funivia".

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