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Berlusconi, Sgarbi tuona: “Ora un'operazione verità sulla persecuzione giudiziaria”

Pierpaolo La Rosa
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Vittorio Sgarbi ha rilasciato un'intervista a Il Tempo, affrontando le tematiche legate alla scomparsa di Silvio Berlusconi. Queste le sue parole:

Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, lei che era presente ai funerali di Stato di Silvio Berlusconi, che sensazioni ha provato?
«L’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha fatto una bellissima predica, intercettando quello che ha determinato Berlusconi, anche la violenza dei suoi nemici. È stata una funzione solenne, c’erano tante persone. Ed anche Berlusconi si sarebbe divertito a vedere il suo funerale».

Lei ha proposto l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per verificare tutti gli atti della persecuzione giudiziaria subita da Berlusconi.
«Questa è l’unica cosa che dovrebbe chiedere Forza Italia, dopo che il governo ha stabilito i funerali di Stato. Non si può vivere l’ambiguità da un lato di santificare Berlusconi, dall’altro di considerarlo un criminale, con tutte le conseguenze del giornalismo sciacallo e violento che lo ha aggredito. Quindi, il ragionamento è molto semplice: fino a 58 anni Berlusconi è stato un imprenditore di successo, senza essere mai stato sfiorato da alcuna inchiesta. Da quando Berlusconi ha fondato Forza Italia, sono cominciate le inchieste a pioggia: dalla mafia alle "olgettine", a qualunque cosa. Berlusconi è diventato un soggetto di attenzione giudiziaria sotto forma di contrasto politico, in un modo per impedirgli di fare quello che stava facendo. Dunque, la magistratura si è spinta fino a diventare un partito, contrapposto a quello che aveva creato lui. Per restituirgli l’onore, per consentire che Berlusconi sia il riferimento ideale di alcuni valori, occorre una operazione verità che Forza Italia deve pretendere. Poi, bisogna fare del partito una fondazione che sostenga quelle idee con le quali lui ha fatto una vera e propria rivoluzione, come il presidenzialismo, alla fine realizzato, perché da ogni punto di vista, quando oggi si vota Meloni, ieri Berlusconi, si vota una persona, il leader indicato. O come il bipolarismo, che non esisteva: c’era una Repubblica strutturata sui partiti, che è stata trasformata da Berlusconi in una alternanza, come quella americana, con due blocchi contrapposti: una riforma non compiuta in Parlamento, ma nei fatti».

 

 

Una commissione parlamentare d’inchiesta anche per riabilitare il nome di Forza Italia.
«Una commissione per ridare un senso a Forza Italia, perché se Forza Italia è Berlusconi, non puoi esibire il vessillo di un uomo controverso».

Berlusconi merita, dunque, giustizia.
«Altrimenti non si capisce perché, da semplice imprenditore, non ha mai avuto alcuna inchiesta, e quando fonda Forza Italia cominciano a tirare fuori Marcello Dell’Utri, la mafia: "Forza Italia è il partito della mafia", è stato detto, e questa è la prima cosa che si deve risolvere. Io, all’epoca, volevo votare Partito socialista, ma non c’era più: è chiaro che Berlusconi ha fatto un’operazione molto sofisticata, ed anche quasi preterintenzionale, di ristabilire quell’area che era stata abbattuta dall’azione giudiziaria, un’azione giudiziaria che aveva cancellato i partiti. A livello numerico, Forza Italia ne ha di parlamentari per portare avanti la richiesta della commissione d’inchiesta».

 



Che cosa ne sarà, a suo giudizio, di Forza Italia, in vista delle elezioni Europee del prossimo anno?
«Certamente il simbolo di Forza Italia sparisce perché Forza Italia era Berlusconi: senza Berlusconi, FI non c’è. Occorre creare una cosa diversa di cui Forza Italia deve essere un modo per richiamare a dei valori che poi diventano quelli di un’area, diciamo, alla Macron. Si tratta di un progetto di cui può fare parte anche Matteo Renzi».

Oggi in Consiglio dei ministri arriva la riforma della giustizia, nel nome di Berlusconi, con la stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni, con l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio e con più garanzie per chi è indagato.
«La trovo perfetta, va benissimo. L’abuso d’ufficio è stato una specie di calvario per i sindaci. Quanto alle intercettazioni pirata, che venivano consegnate ai giornali, posso solo dire che io conoscevo più l’attività sessuale di Berlusconi della mia. Se tu riveli delle cose che riguardano il privato di una persona, è chiaro che in quel momento tu stai violando la sua riservatezza».

 

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