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Omnibus, Dario Fabbri promuove l'accordo dell'Ue sui migranti

Luca De Lellis
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In Italia pareri discordanti hanno seguito il nuovo accordo sui migranti dell’Unione Europea, partorito dopo 12 ore di trattative negoziali. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha parlato di “grande soddisfazione” per un’intesa tra gli Stati membri sui “due principali regolamenti del Patto per la migrazione e l’asilo". Non tutti gli analisti la pensano allo stesso modo ma il commento di Dario Fabbri durante la puntata di "Omnibus", andata in onda su La7, si avvicina molto alla tesi del capo del Viminale. “La mia opinione – afferma il direttore del mensile Domino – è che qualcosa si sia guadagnato e che in fin dei conti non si poteva fare molto di più”. Si può parlare, quindi, di vittoria del nostro Paese? “Sappiamo che l’argomento dei migranti forse è il più sensibile per le opinioni pubbliche in giro per l’Europa ed è sempre complicato per i governi concedere parecchio ai Paesi di primo approdo, quindi essenzialmente all’Italia”. Però, ribadisce Fabbri, “qualcosa è stato ottenuto in termini di redistribuzione coatta dei migranti”. Ecco, ora dalle parole bisogna però passare ai fatti. Perché se la trattativa sembra essere andata in porto, ammette l’ospite della conduttrice Alessandra Sardoni, c’è bisogno che le norme stabilite nel nuovo Patto trovino la loro attuazione. E solo il tempo dirà se accadrà o meno.

 

 

 

 

Per quanto riguarda le uniche due nazioni che non hanno votato l’accordo, Polonia e Ungheria, entrambi governi di destra, Fabbri si sofferma su un aspetto interessante: “Spesso si pensa che le alleanze si facciano tra partiti. Quindi, se io incontro per il mondo un movimento che ha un’ideologia simile alla mia diventa un mio amico e mi porterà dei benefici”. In realtà, conclude il giornalista, “questa è una storia che non funziona mai, perché non sono le ideologie di partito a condurre la politica estera di un Paese. L’Italia non ha alleati veri in Europa, ed è un problema ormai vecchio di 15 anni”.

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