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Festa della Repubblica, Murgia contro La Russa: ha strumentalizzato il gesto dei militari

Giada Oricchio
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Michela Murgia chiarisce la sua posizione sul presunto saluto romano alla parata del 2 giugno, Festa della Repubblica. Partiamo dall’inizio. La scrittrice ha pubblicato su Instagram un video in cui denunciava che sotto gli occhi del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il capofila degli incursori del Comsubin aveva fatto il saluto romano e urlato “Decima” davanti al palco delle autorità, in onore della X flottiglia MAS. Non era così. Il giornalista Massimiliano Coccia, su Twitter, ha spiegato che Murgia e tanti altri erano caduti in errore: “C’è un’assurda accusa che gira in queste ore sui social ovvero che un reparto della Marina avrebbe fatto il saluto romano rivolto alla tribuna autorità. Una falsità: è un saluto militare di marcia, che consiste nell’alzare il braccio destro in modo perpendicolare (in onore al tricolore) per poi farlo scendere sulla tempia per il saluto; non è un saluto solo di una truppa della Marina ma di molti corpi di armata". Infine Coccia ha etichettato chi rilanciava il filmato come “ignoranti grossolani sulle questioni militari, strategiche e di difesa”.

La polemica invece di spegnersi è divampata perché Michela Murgia ha rilanciato evidenziando l’ambiguità e il passato mai rinnegato dell’attuale governo. Nel reel la scrittrice parte da una considerazione: “Buongiorno, io e molti altri avremmo dato un’interpretazione sbagliata della parata del 2 giugno. Faccio una premessa: sono un’antimilitarista. Non è un mistero. Non odio i militari, vuol dire che sono cittadina di uno Stato che nella sua Costituzione ripudia esplicitamente la guerra. Se davvero crediamo che quella sia la Costituzione più bella del mondo come spesso ci piace ripetere, dovremmo essere tutti antimilitaristi. Trovo privo di logica celebrare la nascita della democrazia, facendo mostra dell’apparato bellico. Le forze armate hanno già la loro festa ed è il 4 novembre. Il 2 giugno è la festa di tutti i cittadini e di tutte le cittadine”. Dopo il primo affondo, Murgia rivela di avere un sogno: vorrebbe medici, artisti, insegnanti, onesti contribuenti, giornalisti indipendenti ad aprire la sfilata invece dei militari (“Immaginate che lezione di civiltà ne verrebbe fuori mentre in cielo sfilano gli aquiloni invece dei cacciabombardieri”). Una buona idea. Il discorso va avanti con una critica aperta alla premier Giorgia Meloni per aver chiamato le tasse “pizzo di Stato” e al governo per aver distolto i fondi del Pnrr dalle riforme alle spese militari togliendo di mezzo il controllo della Corte dei Conti.

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Infine arriva al nocciolo della questione: “Detto questo passerei al video, mi è stato detto "com'è ignorante la Murgia, non sa che quello non è il saluto romano ma è il segnale coreografico per coordinare chi segue, non sa che il grido "decima" non è un omaggio all’infame flottiglia X MAS, ma al decimo reggimento regio del 1943 da cui è nata la Marina. Non starò a cronometrare quanto è durato il braccio teso del capofila o se il grido "decima" avesse altri fini (lasciando intendere che non è convinta della spiegazione ufficiale, nda). Il punto è un altro: questa sequenza di gesti e parole potenzialmente interpretabili non si è svolta a caso, ma sotto un palco d’onore dove qualcuno li ha poi effettivamente interpretati”. Contro chi punta il dito? Contro il presidente del Senato. “La Russa, quello con il busto di Mussolini in casa, a quelli che dovrebbero essere gesti comuni nella liturgia parata ha risposto con un segno non comune: la V di vittoria. Non credo si stesse complimentando per la coordinazione della coreografia”, dice sarcastica l’editorialista. E ancora: “La vera domanda è: sono io ignorante e quelli che hanno interpretato il video come me perché non conosciamo i segni segreti delle forze armate oppure il presidente del Senato, la seconda carica dello Stato che ha strumentalizzato quei segni e parole a suo modo lasciando intuire a chi guardava in presenza e da casa che quella sequenza sottintendesse altro? Se la risposta è la seconda e io credo di sì, dovrebbero essere le stesse forze armate a chiedere al presidente perché ha permesso con la sua pantomima dal palco di equivocare il loro gesto innocente come se fosse un omaggio tra nostalgici repubblichini”.

L’ultima parte è un j’accuse all’equivocità di diversi esponenti di destra, a iniziare da Ignazio La Russa: “Se sul palco non ci fosse stato lui, nessuno avrebbe pensato quello che in tanti abbiamo pensato però lui c’era. E questo, mi dispiace per i detrattori, cambia tutta la cornice interpretativa. E’ il fatto di avere nelle istituzioni persone con una militanza veterofascista mai rinnegata a creare le condizioni in cui ogni linguaggio, anche innocente, perde la sua innocenza, posto che l’avesse, e diventa rievocazione o provocazione". E così Murgia rispedisce al mittente le offese: “Chi è più ignorante? Chi non interpreta bene il singolo particolare o chi non interpreta bene l’insieme del contesto? Non lo so”.

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