Che Tempo Che Fa, Fazio fa la lagna sull'addio Rai. La risposta di Damilano
L’ultima puntata di Che Tempo Che Fa all’interno dei canali Rai è ormai storia. Ma durante la trasmissione, andata in onda domenica 28 maggio, non sono mancate né le frasi polemiche né le battutine sarcastiche degli ospiti e dei conduttori. Dato l’addio imminente di Fabio Fazio e, con lui, di Luciana Littizzetto, i due hanno invitato diversi personaggi che hanno criticato in ogni modo l’attuale governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Che è poi lo stesso esecutivo che, attuando la legge, sta mettendo mano alle poltrone del servizio pubblico per costruire la propria lottizzazione.
"Se non arrivano segnali da Marte". La frecciata di Fazio alla Rai
In particolare, quanto dichiarato dal giornalista Marco Damilano ha suscitato diverse reazioni. Il conduttore del programma di Rai Tre “il Cavallo e la Torre” è uno dei nomi in bilico per la prossima stagione del servizio pubblico. Alla domanda indagatrice di Fazio, sulla possibilità che resti o meno alla guida del suo programma, l’ospite ha replicato in maniera piuttosto piccata: “Non ho ancora incontrato i vertici Rai perché sono appena arrivati”, ha ammesso Damilano, che poi ha proseguito non nascondendo la sua vena polemica: “Ma una cosa la voglio dire, ormai la Rai è diventata come un album di figurine, quello va, quello resta, come se fosse calciomercato. Abbiamo dimenticato il pubblico che paga il canone e vorrebbe vedere delle figure di riferimento. Farebbe bene a tutti riflettere un po’”. Ogni riferimento è puramente rivolto proprio a Fazio che abbandona il servizio pubblico dopo quasi 40 anni.
Poi l’ex direttore de L’Espresso ha concluso il suo ragionamento includendo anche un pensiero sull’eventuale abolizione del canone Rai: “I nuovi dirigenti hanno una responsabilità maggiore, perché devono difendere il servizio pubblico dai partiti di governo che vogliono togliere il canone dalla bolletta. Si tratta di 500 milioni in meno per fare i programmi che il pubblico vede. E poi devono difendere anche l’autonomia e professionalità di chi lavora in Rai, ci metto anche la mia, e vorrei dire anche un po' la loro”.