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Colosimo all'Antimafia, Scanzi denigra ancora: "Poca stima..."

Giada Oricchio
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Andrea Scanzi critica la nomina di Chiara Colosimo alla presidenza della commissione Antimafia. Il giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, in collegamento con il talk preserale di LA7 “Otto e Mezzo”, mercoledì 24 maggio, ha osservato: “Faccio fatica a riservare a questo governo e a questa commissione la stessa serietà che ho per Salvatore Borsellino. La commissione è nata con 7 mesi di ritardo. E non c’è solo questa presidente contestabile, ma anche tre imputati e un indagato del centrodestra dentro. Parte tardi e con certi personaggi”.

Scanzi ha sottolineato che la conoscenza tra Colosimo e Ciavardini (terrorista nero ed esponente del gruppo eversivo d'ispirazione neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari, nda) non è occasionale, ma “è durata almeno 5 anni, dal 2010 al 2015. Prima di sbanchettare i suoi profili Facebook sosteneva di stimare il gruppo idee di Ciavardini”.

L’opinionista ha ammesso che la conoscenza tra Colosimo e Ciavardini è lecita, ma ha aggiunto: “Quando la Meloni va dritta serenamente, ci sta lanciando un messaggio. Ci sta dicendo me ne frego delle critiche, io ho vinto le elezioni e piazzo le mie donne e i miei fedelissimi dove mi pare’ Lo accetto, non mi stupisce, stiamo parlando di Fratelli d'Italia. Ma mi dà fastidio che Meloni se ne sia fregata dei familiari delle vittime”.

Scanzi ha criticato la premier non solo per essersene fregata degli appelli dei familiari delle vittime di mafia, ma anche per non aver puntato su un nome meno divisivo. Poi ha aggiunto: “Se la si va ad ascoltare non è che è diventata la Thatcher. Dietro a Meloni c'è una classe dirigente che ti fa pensare che la sua destra abbia fatto i conti con il passato? Io non credo”. 

 

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