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Otto e mezzo, Lagioia esagera e Giuli lo stoppa: "Derive autoritarie? Cosa dimentica..."

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Nicola Lagioia, al centro della bufera dopo la contestazione degli attivisti di movimenti ecologisti e femministi che ha interrotto la presentazione del ministro Eugenia Roccella, torna a difendere il suo operato e a criticare il governo. Il direttore del Salone del libro di Torino, teatro della vicenda, è intervenuto a Otto e mezzo su La7. "Alcune cose fanno pensare", ha detto sull'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. "È un governo i cui ministri parlano in maniera disinvolta di sostituzione etnica, un governo che considera chi non la pensa come lui come nemico da epurare, un governo che potrebbe mettere n discussione alcuni diritti acquisiti come l'aborto. Insomma è un governo di cui i cittadini possono avere un po' paura. Questi sono i problemi di questo governo, io un po' attento ci starei". 

 

A contrastare lo scenario dello scrittore Alessandro Giuli, ospite nello studio di Lilli Gruber: "Esagera Nicola Lagioia quando dice che ci sono rischi di pericolose derive autoritaria laddove siamo venuti da governi che hanno praticato il loro esercizio per Dpcm per anni", spiega il presidente della Fondazione MAXXI citando indirettamente il Conte bis. 

 

Lagioia nella sua ricostruzione dei fatti di Torino ha affermato che "è stato lo stesso staff della ministra a chiedermi di intervenire e, come tutti quelli che si mettono in mezzo, ho preso mazzate da tutte le parti. Ho chiesto ai ragazzi di nominare un delegato per fare le domande alla ministra e mi hanno detto di no in maniera perentoria. Il Salone è stato inaugurato da Ignazio La Russa, ne sono stato molto felice, e la generazione di La Russa da destra e da sinistra queste questioni le risolveva sparandosi e picchiandosi per strada. Possiamo almeno dire che c'è stato un progresso?". 

 

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