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Dimartedì, Di Battista azzanna Vespa: "Scena patetica". Gelo da Floris

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"Mi sono vergognato". Alessandro Di Battista spara a zero sul trattamento che l'Europa e l'Italia stanno riservando a Volodymyr Zelensky. Il leader ucraino  ha compiuto una sorta di tour europeo negli ultimi giorni: è stato a Roma, a Palazzo Chigi, Quirinale e Vaticano, a Berlino, Londra, Parigi... "Mi sono vergognato nel vedere Giorgia Meloni e gli altri leader europei trasformarsi in piazzisti di armi incapaci di pronunciare la parola negoziato", afferma l'ex M5s ospite come di consueto di Giovanni Floris a Dimartedì, su La7. 

 

La posizione di Di Battista sulla guerra è nota: no all'invio di armi a Kiev.  "Zelensky ha fatto un munizioni-tour, anche legittimo al suo punto di vista - si infervora l'ex grillino - Cerca soltanto armi perché non gli interessa la pace ma vuole la sconfitta militare della Russia, anche evidentemente supportato da una narrazione piena di fake news da parte della stampa occidentale".

 

Di Battista si accalora ancora di più nel parlare della puntata speciale di Porta a porta con il presidente ucraino: "Che scena patetica sulla Rai, con tutti giornalisti pro-Zelensky", attacca Dibba, "una linea del tutto dissimile rispetto a quella maggioritaria perché in Italia il 60% non vuole più inviarmi in Ucraina, non vogliamo lasciarci trascinare in una guerra che non è nostra e che evidentemente vogliono che venga combattuta per altri dieci anni". Un fiume in piena. Da Bruno Vespa si sono visti "tutti giornalisti pro Nato e conformisti, da destra a sinistra, incapaci di chiedere a Zelensky cosa è successo prima dell'invasione russa dell'Ucraina, come se dal 2014 a oggi ci fosse il deserto" conclude l'ex M5s in riferimento alle tensioni sul Donbass tra Ucraina e Russia ignorate a lungo dall'Occidente. 

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