Otto e mezzo, Travaglio impallina la sinistra: "Quota Pd", chi c'è dietro l'uscita di Fazio
Se la Rai fosse un'azienda, cosa che non è, chi si rende responsabile di lasciarsi sfuggire una gallina dalle uova d'oro come Fabio Fazio, costosa ma molto produttiva, verrebbe cacciato dagli azionisti e gli farebbero anche un'azione legale per danno all'azienda perché va ad arricchire una tv concorrente". Marco Travaglio ricorda alla sinistra che è salita sulle barricate per il mancato rinnovo del conduttore di Che tempo che fa, passato a Discovery, tempi e modi di quella che è tutt'altro che una cacciata. E chi c'è dietro è chiaro, spiega il direttore del Fatto nel corso della puntata di martedì 16 maggio di Otto e mezzo, il programma di Lilli Gruber su La7.
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"Con l'editto bulgaro non c'entra niente", afferma il giornalista in riferimento al caso del 2002, con la cacciata di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi dalla Rai ai tempi del governo di Silvio Berlusconi. Infatti i vertici della Rai nominati dal governo di Giorgia Meloni non sono ancora in carica e tutto è avvenuto prima, ricorda Travaglio. "Chi non ha rinnovato per mesi il contratto a Fazio l'amministratore delegato nominato da Mario Draghi, di area Pd, Carlo Fuortes". Il direttore del Fatto spiega che Fuortes "ha covato" il contratto senza firmarlo, e al conduttore torinese, "che non voleva avere a che fare" con i nuovi vertici, non è rimasto altro da fare che cogliere la palla al balzo e passare, a suon di milioni, al miglior offerente.
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