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Dimartedì, Bersani esagera: Fazio? Il governo deve pagare

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Anche Pier Luigi Bersani si iscrive al club di orfani di Fabio Fazio. Il conduttore tv ha lasciato la Rai per accasarsi, molto ben pagato, a Discovery dopo che il suo contratto è scaduto. La puntata del 16 maggio di Dimartedì inizia con Luca e Paolo che infilzano Matteo Salvini cantando "Belli ciao". Poi  l'esponente di Articolo 1, ospite fisso di Giovanni Floris su La7, passa all'artiglieria pesante contro il governo di Giorgia Meloni: "Se ci fosse la Corte dei Conti insieme alla commissione di Vigilanza, quelli lì dovrebbero pagare i conti", attacca Bersani.

 

Per l'esponente di sinistra Fazio è "uno che ha un'audience doppia rispetto alla media della rete, uno che ha portato lì il Papa, Obama", e quello che lo sostituirà, per essere all'altezza, "dovrà resuscitare Garibaldi". Bersani allarga le accuse le varie nomine governative: "Stanno riducendo addirittura i corpi dello Stato alla Rai. Non si è mai visto che si mettessero nello stesso calderone di trattative la Rai, la polizia e la guardia di finanza". "È inutile che la destra fa convegni su Gramsci e l'egemonia, non hanno il fisico...", afferma ancora Bersani. 

 

L'ex segretario del Pd si concentra poi sul Consiglio d'Europa a Reykjavik, in Islanda, ee tanto per cambiare "I francesi e gli spagnoli hanno ascoltato quel che questo governo ha detto di loro, hanno sentito quello che ha detto Meloni in questi anni contro la Francia, quello che ha detto al comizio di Vox in Spagna. Noi ci stiamo allontanando dal baricentro europeo. Meloni è più a suo agio a Varsavia e Budapest piuttosto che a Berlino e Parigi o a Madrid". Dall'Islanda, tuttavia, arrivano parole distensione e di grande cordialità da parte di Macron proprio sul tema dei migranti...

 

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