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“Non siamo qui per ridurre lo spread”. Italiano fa causa a Lagarde: richiesta milionaria

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Un investitore di Napoli, Aldo D’Agostino, ha fatto causa alla Bce, nella persona della presidente Christine Lagarde, chiedendo al Tribunale dell’Ue di condannarla a risarcirlo per 2,8 milioni di euro, a fronte delle perdite finanziarie da lui subite dopo la frase «non siamo qui per ridurre gli spread», pronunciata dalla numero uno di Francoforte in conferenza stampa il 12 marzo 2020. Lo riporta la Gazzetta Ufficiale dell’Ue, consultata dall’Adnkronos. 

 

 

Il ricorrente chiede ai giudici di Lussemburgo di «accertare e dichiarare la responsabilità extracontrattuale della Banca Centrale Europea, rappresentata dalla presidente Christine Lagarde: per avere provocato per i titoli finanziari di proprietà di Aldo D’Agostino, denominati Si Ftse.Coperp, un tracollo nel valore di 841.809,34 euro, registrando una perdita ammontante al 99,47% del valore complessivo del capitale investito, che è pari a 846.198,90 euro». Il crollo di valore dei titoli detenuti da D’Agostino si era verificato «in quanto in data 12 marzo 2020, Lagarde, nella qualità di presidente della Bce, proferendo la famosa frase ‘Non siamo qui per ridurre gli spread, non è la funzione della Bce’, aveva provocato una diminuzione rilevante del valore dei titoli in tutte le Borse del mondo, e del 16,92% alla Borsa di Milano, quantificata in una percentuale mai verificata nella storia di detta istituzione, comunicando con detta frase, proferita in una conferenza stampa, al mondo intero, che la Bce non avrebbe più sostenuto il valore dei titoli emessi dai Paesi in difficoltà e, quindi, comunicando il cambio totale dell’orientamento della politica monetaria adottata dalla Bce allorquando era presieduta dal precedente presidente», Mario Draghi, «che aveva terminato il proprio mandato nel novembre del 2019». 

 

 

D’Agostino chiede dunque di condannare la Bce, «nella persona della presidente pro-tempore», per avergli provocato «un danno patrimoniale di 841.809,34 quale danno emergente e di 998.683,90 euro, per lucro cessante; per avere provocato un danno patrimoniale ammontante complessivamente a 1.840.493,24 euro; per avere provocato un danno non patrimoniale da sofferenza psicologica propria e della propria famiglia, da lesione di onore, reputazione, identità personale e professionale quantificato in 1 mln di euro». Tutto considerato l’investitore, nel ricorso datato 20 febbraio 2023, chiede di essere risarcito per oltre 2,8 mln di euro, più una somma a discrezione dei giudici per compensare il danno da «perdita di chance». Bocche cucite dalla Bce sulla questione.

 

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