Di Battista, affondo su Di Maio nel Golfo: "Cambiale politica"
Di Battista non fa sconti all'ex compagno dei 5 Stelle «Ha contribuito a buttare giù Conte e lavorato per Draghi»
Una volta erano inseparabili. I «gemelli diversi» del Movimento 5 Stelle. Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. Dal viaggio insieme a Parigi per incontrare i gilet gialli agli abbracci sul palco in occasione della presentazione del reddito di cittadinanza nessuno avrebbe mai potuto immaginare la distanza che li avrebbe separati oggi. Sono passati pochi anni, quattro per l’esattezza solo quattro, ma sembra un’era geologica fa. Di Battista non ha mai nascostola delusione per le scelte politiche del suo ex compagno. La scissione dal M5S è stata sicuramente la pietra tombale sul loro rapporto. Nonostante anche Di Battista abbia abbandonato il Movimento, definì la nascita di Impegno civico un «ignobile tradimento per le poltrone». Adesso, a dividerli è l’indicazione di Di Maio a inviato speciale per la Ue nel Golfo Persico.
«Me la aspettavo, mi sarei stupito del contrario - ha detto Di Battista a margine della presentazione del suo nuovo progetto "Schierarsi"- una persona che contribuisce a buttare giù il governo Conte, che riceve Draghi e lavora affinché vi fosse quel governo, che prende posizioni del tutto diverse da quelle della storia del Movimento 5 Stelle per ossequiare i padroni di Washington, difficilmente poi non ottiene una poltroncina in cambio. Evidentemente è stata una cambiale politica, peggio per lui».
Parole al vetriolo, che ricordano la battuta che riservò all’ex collega dopo le elezioni del 25 settembre scorso, quando Di Maio rimase fuori dal parlaMila euro Il compenso mensile previsto da inviato speciale nel Golfo nel caso in cui Di Maio si trasferisca all’estero. Se dovesse mantenere la residenza in Italia scenderebbe a circa 13mila mento nonostante si fosse alleato con il Partito democratico. «Non provo nessuna gioia, ma chi è causa del suo mal pianga se stesso. Gli consiglio di stare alla larga dal mondo della politica. Di studiare, di prendersi una laurea e di vivere la vita reale che, forse, negli ultimi anni non ha vissuto», perché «c'è vita al di fuori dei palazzi. Non mi va di infierire, non deve essere facile».
Salvo sorprese dell’ultimo momento, la ratifica della nomina a inviato speciale nel Golfo Persico è solo una formalità. Dopo il via libera degli ambasciatori Ue di giovedì, la nomina dovrebbe approdare al Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti Ue, sempre senza discussione, per poi essere ratificata alla prima riunione utile del Consiglio Ue. Comunque prima del primo giugno, quando dovrebbe iniziare l’incarico di Di Maio.