Otto e mezzo, Travaglio distrugge la sinistra. E Bersani resta in silenzio
Marco Travaglio strapazza la sinistra sul 25 Aprile e Pierluigi Bersani fa melina. Durante l’ultima puntata di “Otto e Mezzo”, talk preserale su LA7, mercoledì 26 aprile, l’ex segretario del Partito democratico ha criticato l’ambiguità della premier Giorgia Meloni sulla festa per la liberazione dal nazifascismo: “Questo continuo girarci attorno… uno va all’estero, uno dice che non è fascista perché gli piacciono i Blues Brothers, Meloni che dice eh ma c’erano anche altri cattivi, i comunisti… Barbablù… questi giri qui mi fanno venire il latte alle ginocchia”.
Bersani non aveva aspettative di festeggiamenti da “fazzoletto rosso al collo” da parte di Meloni però andava riconosciuto che la Costituzione è antifascista: “Ogni articolo è il ripudio dell’idea di organizzazione sociale del fascismo. Un’idea gerarchica, corporativa, discriminatoria”, “Razzista…” ha sibilato la conduttrice Lilli Gruber.
Poi la critica del già ministro si è fatta feroce: “Non mi aspettavo che nei primi sei mesi, questo governo bastonasse con tanta determinazione la dignità del lavoro, l’uguaglianza, la progressività fiscale e la sanità - ha detto Bersani -. Antifascismo è un’idea di democrazia, chi alza il braccio è un deficiente, non mi aspetto certo marcia su Roma però non mi aspetto che si smonti quei principi di uguaglianza e di libertà che sono l’anima della Costituzione”.
La difesa a spada tratta della Carta fondante della Repubblica italiana non ha convinto Marco Travaglio. Il direttore de “Il Fatto Quotidiano” ha segnato con la matita rossa tutti gli errori della sinistra: “Meloni è uscita pessimamente dal 25 aprile. Solo chi è antifascista può guidare un governo o rappresentare le istituzioni però tutti i valori che secondo Bersani sono picconati da questa destra, sono stati picconati anche da un sacco di governi dichiaratamente antifascisti”.
A cosa si riferisce Travaglio? “Le armi inviate all’Ucraina le hanno votate, sotto il governo Draghi e Meloni, anche i partiti (il Pd, nda) che poi sventolano la Costituzione dimenticandosi l’articolo 11 che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali con l’eccezione di assistenza agli alleati e l’Ucraina non è un’alleata – è l’affondo del direttore - L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori lo ha cancellato un governo Pd, quello di Matteo Renzi. La Carta è stata picconata con varie riforme sia dalla destra che dalla sinistra”.
L’accusa del giornalista alla sinistra è chiarissima: “Ci sono degli ipocriti dall’altra parte che tirano fuori la Costituzione il 25 aprile e se la dimenticano per gli altri 364 giorni dell’anno e questo non va bene. Non solo a destra, anche a sinistra, i sedicenti cultori della Costituzione ogni tanto saltano un articolo”. Un attacco frontale al Pd che Bersani ha schivato tenendo lo sguardo basso sull’agendina.