Pirozzi torna al suo grande amore, il calcio: “La politica mi ha deluso”
Sergio Pirozzi è tornato. Archiviata, almeno per il momento, l’esperienza politica, l’ex-sindaco di Amatrice riabbraccia il calcio, la sua passione. Da pochi giorni, infatti, è il nuovo allenatore dell’Atletico Ascoli, squadra che milita nel campionato di Eccellenza Marche. «In realtà non mi sono mai allontanato davvero dal pallone, se non per brevi periodi. Anche quando ero sindaco di Amatrice allenavo, sia per passione sia per necessità. Con i 660 euro mensili di stipendio da primo cittadino occorreva fare anche altro».
Come sta andando la sua squadra?
«Molto bene, siamo primi in classifica. Il calcio è il mio grande amore e anche in questa esperienza, come sempre, ci sto mettendo passione, competenza e tanta forza di volontà. Sono grato alla proprietà Graziano Ricami per la fiducia».
Come giocano le sue squadre? Ha un modulo preferito?
«Credo che sia molto importante analizzare la rosa a disposizione e poi decidere come schierare i ragazzi in campo. Per questo non mi sono mai fossilizzato su uno schema, preferisco variare in base alle caratteristiche dei miei calciatori».
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Sarri o Mourinho?
«Il portoghese, sempre. Mourinho ha tante grandi qualità tra le quali spiccano il saper gestire in maniera ottimale il gruppo e il compattare l’ambiente mettendo tutti dalla stessa parte. E poi sa tirare fuori il meglio da ogni calciatore, per me è il numero uno. Anche Sarri è molto bravo, ma ha bisogno di giocatori capaci di interpretare il suo calcio».
Un altro allenatore che ammira?
«Carlo Ancelotti. Un grande uomo di calcio dotato di un’intelligenza incredibile. E poi è davvero eccezionale, dovunque va ad allenare vince. Mi piace anche Guardiola, che a Barcellona ha saputo sfruttare al meglio le doti tecniche dei giocatori che aveva».
Qual è la sua squadra del cuore?
«Sono uno juventino pentito (sorride, ndr). Da quando ho iniziato ad allenare non ho più tifato. Però seguo con grande interesse ed affetto le squadre che ci hanno aiutato dopo il terremoto di Amatrice a realizzare un campo per i nostri bambini. Tra queste mi piace ricordare l’Ascoli, l’Atalanta e il Torino».
Prima di allenare è stato calciatore.
«Ero un terzino di fascia, mi piaceva spingere. Un po’ alla Sebino Nela».
Tornando all’esperienza politica, cosa le ha lasciato?
«Ho ricevuto tanto, ma anche io non mi sono risparmiato. Qualche volta, però, mi ha anche deluso. Penso a tutte le volte in cui ho provato a parlare di prevenzione dei grandi rischi e non sono stato ascoltato. Purtroppo solo chi ha vissuto una grande tragedia sulla propria pelle ha la sensibilità giusta per capire l’importanza di certi argomenti».
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