Elly Schlein, Sorgi smaschera la segretaria Pd: fa il doppio gioco?
Elly Schlein ha rivitalizzato il Partito democratico, tornato primo partito d’opposizione e secondo nel Paese. Ma il compito che aspetta la neo segretaria dem è arduo e irto di ostacoli, o meglio delle correnti in crescita, da Articolo Uno ai neo ulivisti. Lo pensano molti analisti politici, compreso Marcello Sorgi.
Il Pd trema sui capigruppo: Schlein tira dritto, i nomi non cambiano
L’ex direttore nel suo editoriale su “La Stampa” ha notato che Schlein non deve gestire una classica maggioranza e minoranza bensì “due maggioranze diverse che cercano inutilmente l’unità”. E la punge in merito alla nomina dei due nuovi capigruppo a Camera e Senato, Braga e Boccia: “Se le si chiede se ha voluto fare l’accordo con l’ex-ministro della Cultura (Dario Franceschini, nda) vincitore di tutti i congressi, lei risponderà sdegnata che mai e poi mai si piegherebbe al gioco correntizio che ha promesso di cancellare nel corso della sua opera di rinnovamento - osserva il politologo - E se le si domanda se ci sia la sua mano dietro la nascita della nuova corrente degli ex-lettiani, rinominatisi “neo-ulivisti”, che hanno spaccato il fronte dei bonacciniani rendendo più facile l’elezione dei candidati della nuova leader, girerà il volto dall’altra parte”.
Il Pd trema sui capigruppo: Schlein tira dritto, i nomi non cambiano
A proposito del gruppo degli ex lettiani, Sorgi esprime delle perplessità: “Non è chiaro se sia stato favorito da Schlein o da Bonaccini, il quale in questo modo si sarebbe liberato del fardello di un gruppo diviso, che avrebbe solo intralciato la segretaria appena eletta”.