Aviaria, il prof Richeldi spiazza Gruber: "Meno impreparati alla nuova pandemia"
La Procura di Bergamo ha chiuso l’inchiesta sulla gestione della prima fase pandemica del Covid nella Bergamasca e ha indagato 19 persone fra cui l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il già ministro della Sanità Roberto Speranza, il governatore della Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore al Welfare, Giulio Gallera. I pm ipotizzano il reato di epidemia colposa perché “sapevano che il virus dilagava e non intervennero, si potevano evitare 4.000 morti” Fra i nomi, figurano anche il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.
L'accusa dei pm: "Con la zona rossa quei morti si potevano salvare"
Da qui prende spunto la puntata del talk preserale di La7 “Otto e Mezzo”, giovedì 2 marzo. Il direttore del Reparto di Pneumologia dell’ospedale Gemelli di Roma, Luca Richeldi, ha difeso l’operato dei colleghi. L’iter giudiziario farà il suo corso, ma adesso la questione è un’altra: abbiamo imparato dagli errori? Siamo attrezzati per un’eventuale nuova pandemia? La conduttrice Lilli Gruber ha domandato: “Gli esperti ritengono che la prossima epidemia sarà l’aviaria e arriverà in tempi rapidi. Siamo pronti?”. Il prof Richeldi ha risposto: “Saremo meno impreparati rispetto a un problema delle dimensioni del Covid-19. Anche grazie ad alcune delle persone oggi indagate c’è stato un aggiornamento dei documenti, della preparazione e delle procedure che ci dovrebbero consentire di essere più pronti”.
Il professore ha confermato che l’aviaria si è trasformato in un virus facilmente trasmissibile tra gli uccelli, ma molto meno tra gli umani: “Al momento non sono state trovati contagi da uomo a uomo, solo per contatto diretto volatile-essere umano. Tuttavia l’aviaria ha una letalità altissima, di gran lunga superiore al Covid e pertanto deve essere oggetto di monitoraggio globale”.