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Belve, Massimo Giletti sulla sua cacciata dalla Rai: mandante politico

Francesco Fredella
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Giletti senza freni. L’ideatore de L’Arena - e poi di Non è l’Arena sulla rete di Urbano Cairo - torna in Rai. Ma stavolta per un’ospitata bomba: Giletti concede un’intervista alla Fagnani nel corso di "Belve" e parla a ruota libera anche del suo addio alla tv di Stato. “Lasciare la Rai è stato un dolore profondo ma a volte non esserci è un valore: fai delle scelte. Devo dire grazie a chi mi ha costretto ad andare via, nelle tempeste si costruiscono le persone”, dice. Una risposta chiara, senza sbavature. Forte. Un vero “cazzotto”. “Il mandante è politico, non ho la certezza ma posso avere delle intuizioni”, aggiunge riferendosi al giorno dell’addio. Poi continua senza freni: “Il denaro non è mai stato importante, l’importante è la libertà. Essere liberi è la cosa fondamentale”, sottolinea.

 

 

 

 

Giletti, che quando lasciò la Rai venne anche corteggiato da Mediaset, è un fuoriclasse vero: per questo motivo Urbano Cairo, fiutando il suo talento, l’ha subito arruolato con un contratto blindato. Una lunga trattativa notturna in un ristorante del centro di Roma davanti a un branzino e un sorbetto. Poi una chiacchierata fino a Largo Chigi e la stretta di mano, il giorno successivo l’incontro a Milano per la firma. Giletti, che non ha mai avuto un agente, ha sempre trattato personalmente con gli editori. Cairo, da qualche anno, l’ha voluto nella sua scuderia dandogli la domenica sera: così è nato il programma di La7, diventato un punto di riferimento per le inchieste. Adesso, che Giletti continua ad andare al massimo, resta la Rai sullo sfondo. Una Rai che presto potrebbe cambiare assetto con le nuove nomine. E inizia la stagione calda del toto-nome: Giletti ci sarà?

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