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Annunziata portavoce di Fini: l'ex An ospite fisso mette bocca su tutto

Domenico Alcamo
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Oramai è diventato un appuntamento fisso. L’entrata in carica del governo di centrodestra a trazione Fratelli d’Italia ha generato il ritorno sulla scena pubblica di Gianfranco Fini, che periodicamente si esprime alle telecamere di «Mezz’Ora in più», programma condotto da Lucia Annunziata su Rai 3. È accaduto anche nella puntata di ieri, con un menu abbastanza uguale agli altri, tra velati «consigli» al Presidente del Consiglio e punture di spillo a Silvio Berlusconi, segno di quell’urto mai assorbito dalla scissione di quasi tre lustri fa. E anzi, a proposito di questo, sul tema delle recenti dichiarazioni del leader azzurro sulla guerra in Ucraina, nota: «Forza Italia, con il massimo rispetto, è una monarchia. Berlusconi non solo è solo fondatore e leader, è anche la suprema corte». E aggiunge: «I ministri di Forza Italia, tutti leali a Berlusconi a partire da Tajani, hanno votato a favore del decreto legge sul superbonus, così come hanno sempre sostenuto, e i parlamentari hanno votato l’invio degli aiuti all’Ucraina. Forza Italia non sta implodendo, c’è dialettica interna del partito che si riflette fuori».

 

Quanto alle dichiarazioni di Berlusconi sulla crisi in Ucraina, sottolinea che sono «gia note» le opinioni del leader di Forza Italia a riguardo. «Le ultime esternazioni a urne aperte - osserva Fini - certamente hanno danneggiato in primo luogo Berlusconi, prova ne sia che il Ppe è arrivato a una decisione senza precedenti. Perché Weber ha deciso di annullare l’incontro a Napoli? Perché buona parte delle delegazioni nazionali del Ppe avrebbe detto: "Noi a Napoli non veniamo, perché siamo in imbarazzo e non vogliamo incontrare Berlusconi"», quest’ultimo, dice l’ex Presidente della Camera, «si è reso conto perfettamente e il giorno dopo ha corretto dicendo: "io sono un uomo di pace". E nessuno può dubitarne. Ha ricordato – ed è un dato di verità che Forza Italia ha sempre votato a favore degli interventi a sostegno dell’Ucraina. È chiaro che questo dire e contraddire determina delle perplessità». Quanto a Giorgia Meloni e al suo imminente viaggio nella capitale ucraina, ragiona: «Avrebbe fatto bene ad andare a prescindere, a maggior ragione fa bene adesso». Sulla vocazione politica della premier, osserva, «come ha detto Bonaccini non è fascista. È una donna di destra in gamba».

 

La puntata fornisce l’occasione anche per affrontare il caso Cospito, che ha suscitato molte polemiche negli scorsi giorni per via delle rilevazioni rese in Parlamento dal deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli: «non si confonde un’aula del Parlamento con la piazza di un comizio. Donzelli, quando ha preso la parola, ha dimenticato di essere un autorevolissimo esponente del partito che esprime il Presidente del Consiglio. Non si lanciano accuse in questo caso tra l’altro del tutto infondate al Pd, dicendo "Strizzate l’occhio alla mafia"». Ancor più, Delmastro, il giorno in cui il Presidente del Consiglio invita ai «toni bassi», dice: «"il Pd si inchina alla mafia"». E spiega: «i toni sono una parte importante del dibattito politico se vuole essere all’insegna della civiltà e del rispetto reciproco. Vale per alcuni esponenti della maggioranza e per buona parte dell’opposizione». Un passaggio, poi, è dedicato alla Rai e alle polemiche su Sanremo per le performance di Rosa Chemical: «Chi se ne ricorderà tra poco? Quella è stata solo volgarità. C’è differenza tra trasgressione e volgarità». 

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