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Giorgio Mulè frena sulla spesa militare: Italia non può rispettare richieste Nato

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Guerra in Ucraina, la Nato ha chiesto ai Paesi dell'Alleanza atlantica di aumentare la quota di spese militari in base al Pil. La Nato ha chiesto di incrementare progressivamente le spese per le armi fino a portarle al 2% del Prodotto Interno Lordo. Giorgio Mulé di Forza Italia avanza più di qualche dubbio sulla reale capacità del nostro Paese di tenere fede all'impegno di spesa. Se n'è parlato nel corso della puntata di Agorà in onda il 16 febbraio su Rai3.

 

 

 

 

Intervistato da Monica Giandotti, il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè ha evidenziato che, in questo momento, l'Italia non si può permettere un aggravio di spesa di queste proporzioni. "Tutto si può fare ma in realtà non siamo in grado di sostenerlo - ha detto Mulè su Rai3 - Ci vorrebbe un aggravio di spesa di ben 7 miliardi di euro per arrivare alla percentuale del 2% del Pil che è quella richiesta dalla Nato. Attualmente l'Italia spende per la difesa circa 25 miliardi, il 2% del Pil sarebbe intorno ai 32 miliardi. Non è il momento in cui l'Italia può far fronte a una spesa così importante. Oltretutto bisogna vedere se siamo in grado di costruire le armi che servono: si tratta di sistemi di difesa e attacco particolarmente sofisticati. Insomma non è così semplice. Le armi le stiamo dando ma, al centro, resta la necessità del negoziato. Altrimenti arriveremo all'estate e diremo che in autunnno ci sarà un'ulteriore escalation della guerra in Ucraina".       

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