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Omnibus, Monti consiglia Meloni: che cosa deve fare con Francia e Germania

Luca De Lellis
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In questi ultimi giorni l’asse Meloni-Macron-Scholz è quanto mai delicato. E nelle prossime ore la Premier italiana si gioca tanto della sua credibilità in Europa: parola di Mario Monti. Nel corso della puntata del 15 febbraio di Omnibus, in onda su La7, l’ex Presidente del Consiglio ha risposto alla questione posta dalla conduttrice Alessandra Sardoni relativa all’apparente unità di intenti del fronte europeo sulle sanzioni da applicare alla Russia, a quasi un anno di distanza dall’invasione di Putin in Ucraina. “Il rapporto tra l’Ue e la Nato sarà il grande tema della prossima legislatura europea che nascerà dopo le elezioni del maggio 2024”, afferma Monti, che poi lancia un avvertimento a Giorgia Meloni: “Lei nei giorni che vengono ha una straordinaria occasione per dimostrare che in Europa l’Italia esiste, e soprattutto che è bene che Francia e Germania la consultino prima di prendere iniziative”.

 

 

Insomma se la leader di Fratelli d'Italia deve battere un colpo in Europa, è questo il momento secondo le parole di Mario Monti, che poi si spiega: “Ci sono una quindicina di paesi europei che si sono dichiarati scettici di fronte all’iniziativa francese, appoggiata dai tedeschi, di rilasciare i controlli sugli aiuti di Stato. Ovvero di concedere enorme spazio a chi ha più soldi da mettere a disposizione delle imprese, quindi proprio Germania e in parte Francia stessa”. Meloni potrebbe quindi con un “gesto forte ma perfettamente corretto” fare “l’interesse dell’Italia e dell’Europa contro le distorsioni che vorrebbero Macron e Scholz”. Cioè “dimostrare agli altri Paesi che il nostro è un paese da seguire anche in termini di politiche generali adottabili nel contesto europeo”.

 

 

Dunque il parere dell’ospite di Omnibus è che se “Meloni riuscisse a dialogare con tutti questi altri paesi, dall’Olanda alla sua diletta Ungheria, e dicesse a Francia e Germania che si sono un po’ allontanate dalla logica di cooperazione europea”, avendo le spalle coperte dal consenso di un po’ di nazioni, allora la difesa delle imprese italiane nei principi della comunità del mercato unico sarebbe cosa fatta.

 

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