Otto e mezzo, Scanzi spara su Pd e M5s: così Meloni governa dieci anni
Non può che essere l'analisi del voto delle elezioni regionali stravinte dal centrodestra nel Lazio e in Lombardia l'argomento di cui si parla martedì 14 febbraio a Otto e mezzo, il talk show condotto da Lilli Gruber su La7. Un voto che ha fatto registrare un record negativo di affluenza. "Capisco chi non è andato a votare perché la proposta politica aveva poco di attrattivo", afferma Andrea Scanzi. Penalizzati dal basso afflusso alle urne sono soprattutto i partiti di centrosinistra, che storicamente hanno una maggiore capacità di mobilitare i propri elettori rispetto al centrodestra. Non questa volta.
"Qual è l'unica cosa buona di Moratti". La provocazione di Sgarbi
"L'astensione ha colpito soprattutto Pd e Movimento 5 stelle. Perché un loro elettore sarebbe dovuto andare a votare? L'unica motivazione era: se non voto vince Giorgia Meloni", commenta il giornalista del Fatto quotidiano. "Ma la sinistra ha detto questa cosa al suo elettorato due, tre, quattro volte... Alla fine si rompe tutto", Insomma, dem e 5Stelle uniti nel disastro e dallo spauracchio della vittoria "del cattivo, del nemico, del postfascista". Stesso discorso, continua Scanzi, per il centro di Calenda e Renzi che ha puntato su Letizia Moratti in Lombardia.
"Sinistra ideologica e minoritaria", Bonaccini all'assalto dì finale di Schlein
Ma nel mirino di Scanzi c'è soprattutto il Pd: "Cos'è? Non c'è neanche un segretario? Hanno sbagliato tutte le alleanze". Ma anche i grillini "tengono" nel voto nazionale solo per il consenso di tanti italiani a Giuseppe Conte. La sinistra radicale, poi, è sparita. "Se quelli del centrosinistra continuano a dire: votateci perché altrimenti vince Meloni", conclude il giornalista, lei "governa quattro, cinque, dieci anni".