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Nathalie Tocci, la lezione su Macron: "Canzonette in Italia, isolati in Europa"

Giada Oricchio
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Il vertice tra Macron, Scholz e Zelensky ha suscitato l’ira di Giorgia Meloni convinta che in questo modo Francia e Germania abbiano dato un messaggio di disunione in Europa. Sono seguite le scintille tra la premier italiana e il presidente francese al Consiglio europeo sulle conclusioni in tema di aiuti di Stato e migrazione. L’Italia si sta isolando e sta perdendo peso politico nell’UE? Nathalie Tocci ha analizzato la difficile settimana del governo a livello internazionale.

La direttrice dell’Istituto Affari Internazionali di Roma, in collegamento con la trasmissione di LA7 “In Onda”, sabato 11 febbraio, ha spiegato come l’Italia è uscita dal vertice di Bruxelles e perché la metafora di Meloni sul Titanic è completamente sbagliata: “C’è stato uno scollamento tra il dibattito interno e l’effettivo ruolo dell’Italia in Europa. Qui ci siamo interrogati sul ‘contiamo o non contiamo, siamo come Calimero, c’è una prima, seconda, terza classe’ e poi c’è quello che accade oltre confine”. Tocci ha sottolineato che l’asse franco-tedesco è nella normalità delle cose, sono da sempre il motore dell’integrazione nel Vecchio Continente, l’eccezione si è avuta con l’esecutivo Draghi “grazie solo alla personalità dell’ex premier”.

La politologa ha proseguito: “Da noi la discussione è stata falsata perché abbiamo preso a modello l’esecutivo precedente, se togliamo Draghi dall’equazione, vediamo che nel motore franco-tedesco non c’era né il governo Conte né quello di Gentiloni o Renzi”.

Tuttavia, secondo Tocci c’era una critica valida da muovere a Francia e Germania: “Andava contestato non perché mina l’integrazione europea, quanto perché si sono riuniti su una questione specifica, la guerra in Ucraina. E Francia e Germania non hanno un comportamento splendente sull’Ucraina fin dal trattato di Normandia che portò agli accordi di Minsk. Quello era un argomento valido, purtroppo Roma non lo ha detto e si è messa in modalità Calimero”. E allora cosa doveva fare Giorgia Meloni? “La domanda di fondo è: come si conta di più in Europa?  - ha concluso l’analista -. L’Italia tutta, dal governo all’opposizione fino alle associazioni professionali, devono essere più preparati. Le decisioni prese al Consiglio europeo non sono nel nostro interesse perché non avevamo fatto i compiti a casa”.

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