Sanremo "spettacolino politico", Cacciari strapazza il Festival e Benigni
Canzoni e politica, il Festival di Sanremo come al solito è uno spettacolo che mescola di tutto producendo messaggi quantomeno discutibili. A sparare a zero sulla rettorica sanremese nel corso della puntata di giovedì 9 febbraio di Otto e mezzo, su La7, è Massimo Cacciari. Qualche giorno fa in una intervista ad Affaritaliani.it, il filosofo aveva confessato: "Non ho mai guardato il Festival di Sanremo in vita mia. Non mi interessa, zero totale", e aveva bollato come "Sciocchezze incredibili, sceneggiate come è ovvio che accadano a Sanremo dove si va per farsi notare" la distruzione dei fiori sul palco di Blanco.
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Nel mirino di Cacciari oggi è finito Roberto Benigni e il suo intervento sulla Carta. "La lezione sulla Costituzione si fa a scuola, ma dai..." afferma stroncando performance del comico toscano in cui "è impossibile distinguere lo spettacolo dalla politica".
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"Nei limiti del possibile sarebbe il caso di non fare la lezione sulla Costituzione, non farla a Sanremo. Ma all'Università, a scuola", spiega il filosofo che "salva" la partecipazione del presidente della Repubblica Mattarella, che ha presenziato alla serata iniziale del Festival: "È una grande manifestazione popolare, che differenza c'è tra la Prima de La Scala e Sanremo? Sono manifestazioni popolari, la sua presenza non è per niente scandalosa". Il pistolotto benignano poi è anche "controproducente. Il ragazzo non vuole vedere lo spettacolino politico", sentenzia Cacciari.