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Gianluigi Paragone contro la lettera di Zelensky al Festival Sanremo

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Lettera di Zelensky a Sanremo. Nel coro di no si aggiunge anche la voce di Gianluigi Paragone che reputa assolutamente inopportuna l'idea di regalare al presidente dell'Ucraina un'ulteriore finestra di propaganda. Secondo Paragone la fase che sta attraversando la guerra in Ucraina è davvero molto delicata e, in questo momento, l'Italia avrebbe dovuto tenere un ruolo più basso e defilato per poter poi giocare la carte della mediazione tra le due parti in causa.

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Gianluigi Paragone (@gianluigi_paragone)

 

 

"In questo momento trovo sbagliata e inopportuna la decisione di aprire una finestra su Zelensky al Festival di Sanremo - spiega Paragone nel video su Instagram - Ne stiamo parlando da giorni. Prima si è parlato di un video messaggio e poi si scopre che, grazie alla mediazione dell'ambasciata ucraina, Zelensky affiderà un testo a Amadeus per la lettura. Al Festival c'è sempre stata politica ma qui stiamo parlando di una guerra vera il cui scenario è preoccupante. Sinceramente tutto ci voleva tranne il pezzo di una narrazione fuori dal suo contesto politico. Nella guerra il Festival di Sanremo non doveva entrare minimamente. E' sbagliato dare a Zeklensky un'ulteriore finestra di propaganda in un momento particolarmente delicato del conflitto in Ucraina. La Cina si sta avvicinando sempre più a sostegno della Russia. Così com'è sempre più evidente l'impegno della Nato per l'Ucraina. Insomma il livello dello scontro si sta alzando e sta diventando uno scontro tra Stati Uniti e Cina. Lo scenario internazionale è sempre più teso. Non voglio dire che siamo alla vigilia di un conflitto tra le due superpotenze ma i segnali che arrivano sono tutt'altro che distensivi. In questa fase avrei preferito il silenzio a Sanremo. Non ho voglia di vedere Amadeus leggere la letterina di Zelensky. E' un ulteriore pezzetto di una provocazione. E' il rafforzamento di una posizione dell'Italia mentre si doveva spingere sul nostro ruolo in favore della mediazione. Stiamo dando spazio a un signore che vuole innalzare il livello del conflitto. Zelensky sta chiedendo di essere armato di più. Come si fa a parlare di pace e di mediazione quando chiedi delle armi ancora più potenti? Come si fa a parlare di mediazione? L'uomo più saggio si è rivelato Papa Francesco che ha messo la Santa Sede nella posizione della mediazione. In questa fase sarebbe stato preferibile il silenzio. A che serve aggiungere anche il Festival di Sanremo? Qualcuno deve aver deciso che gli italiani andassero rieducati. Gli italiani, infatti, non vogliono questa guerra, non vogliono rifornire di armi l'Ucraina e non hanno molta simpatia per Zelensky che viene visto come parte dell'escalation. Di tutto si poteva parlare tranne che della lettera di Zelensky. Mi auguro che tutto questo non sia stato confezionato per motivi di ascolto o perché qualcuno esternamente ha chiesto di portare a Sanremo il messaggio politico di Zelensky".            

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